- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
E’ un fiume in piena Guarin nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: “Io seconda punta? Lo facevo già con Villas Boas al Porto. A volte con Stramaccioni. L’idea di poter giocare in quella posizione mi piace per 4 motivi: è una zona di campo in cui mi sento bene, sono più vicino all’attaccante, vedo di più la porta e avendo meno compiti difensivi posso approfittare della mia potenza.
Poco continuo e la mira?
Sulla continuità è vero, ma so che in questo momento, dentro a questa tipologia di squadra, la potrò trovare.
I gol?
E’ un fatto del momento. Pensi: al Porto ogni tiro che facevo era praticamente gol. E le dico un’altra cosa: 3-4 volte alla settimana rimango del tempo in più sul campo proprio per provare i tiri, per allenarmi ai gol, per provare e non sbagliare.
Il mio gol da sogno?
Non importa. Basta che sia una... bomba.
Il numero 14? Quando arrivai presi la maglia numero 14 perché era quello di Patrick Vieira, un idolo. Ma quello mio, proprio mio, è il 13: lo indossava mio padre, ex calciatore. Faceva il centrocampista. Un combattente, che correva correva correva». Un Medel. «Ecco sì, perfetto: un Medel. Il retropassaggio di Livorno? Ho sbagliato. Punto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA