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Guarin: “Siamo forti e cresceremo. Ecco perchè il no alla Juve, su Thohir…”

Riccardo Fusato

Fredy Guarin torna a parlare con la colombiana Revista Bocas, il centrocampista nerazzurro affronta più argomenti rispondendo a svariate domande, queste le parole del numero 13 di Mazzarri: “Siamo una buona squadra ed un gruppo compatto,...

Fredy Guarin torna a parlare con la colombiana Revista Bocas, il centrocampista nerazzurro affronta più argomenti rispondendo a svariate domande, queste le parole del numero 13 di Mazzarri: "Siamo una buona squadra ed un gruppo compatto, forse non ancora al livello di Napoli e Juve ma lavoriamo per migliorare, non voglio toccare argomenti che non mi riguardano, se arriverà un nuovo proprietario e con lui dei nuovi giocatori saranno bene accetti, tutto viene fatto per il bene del club. Non sono un giocatore che segna tanti gol, visto anche il mio ruolo, ricordo che quando nacque mia figlia volevo farlo ad ogni costo e lo feci, poi ne seguirono anche altri e di anche importanti. Con la maglia del Porto segnai un gol al Maritimo e fu premiato come il più bello d'Europa in quell'anno, fu una grande gioia. La mia scelta di arrivare all'Inter fu ponderata, ricevetti molte proposte, tra cui anche quella della Juventus, in quel momento però scelsi il nerazzurro perché mi garantivano un futuro migliore sia economico che sportivo. All'inizio non scegli per amore della maglia, poi però quando vieni accolto con entusiasmo, ti accorgi di vivere in un ambiente in cui tutti i dettagli vengono curati attentamente ti nasce la simpatia per questi colori. L'Italia non è un paese razzista però a volte alcuni ignoranti commettono azioni e gesti in tal senso non capendo che oltre il calciatore c'è l'uomo che magari ha anche dei figli che ne potrebbero soffrire. Io sono un professionista e cerco di ignorare alcune cose, capisco però chi arriva a fare gesti estremi come lasciare il campo, non tutti riescono ad andare oltre, ho visto miei compagni soffrire parecchio per questi comportamenti, continuo a credere che l'indifferenza verso queste persone sia la miglior risposta. Giocare in nazionale è differente rispetto al club, in Colombia ti senti a casa, senti la tua gente che ti sostiene e tu sei onorato di rappresentarla, una gioia totale, stiamo per qualificarci per il Mondiale, è qualcosa di incredibile. Giocare al meglio il Mondiale sarà il mio obiettivo per la prossima estate, prima dovrà però aiutare l'Inter a fare una grande stagione e magari conquistare lo scudetto. Quando smetterò di giocare andrò con la mia famiglia a vivere in Florida, il mio posto preferito dopo la Colombia".