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Non si sente solo. Lo è, di fatto. Perché il portiere vive in solitudine. E lo sanno persino i poeti. Samir Handanovic non ha mica paura, il suo volto ghiacciato almeno non lo dimostra, quando sorride è una specie di arcobaleno nel cielo. Raro e bellissimo. Ma adesso vuole ridere di cuore, vuole che l'Inter ricominci a vincere e vuole che venga cancellata l'ultima annata, storta, stortissima con troppi gol subiti: "Se mi sono sentito solo nell'ultima giornata di campionato contro l'Udinese? Non più delle altre volte. Lo avevo capito da tempo che stavamo andando male e quella è stata solo il riassunto di partite già viste. Il Valencia? Prendere certe botte può farti bene, ti aiuta a stare coi piedi per terra e a ricordarti che serve lavoro di squadra per andare lontano", ha detto in un'intervista a La Gazzetta dello Sport.
DUBBI - "Non mi sono sentito meno forte di quello che pensavo, ho semplicemente capito quanto è importante migliorarsi. Se tutte le cose vanno bene è tutto facile, mi piace sentirmi responsabile nei momenti difficili. Chi me lo ha fatto fare? Non me lo sono mai chiesto. L'Inter era e resta una grande squadra. E i portieri devono parare, non pensare. C'era da ricostruire un anno fa e deve essere così anche quest'anno, ma adesso abbiamo esperienza", ha spiegato il numero uno nerazzurro ad Andrea Elefante.
CAMBIAMENTI - Tanti, troppi gol incassati, per uno che è considerato uno dei migliori in Italia e non solo: "Se temo di prendere ancora tanti gol? Ci sono delle differenze rispetto ad un anno fa. Deve sicuramente cambiare la mentalità, dobbiamo sacrificarci di più, l'Inter non ha più la forza di un tempo: non prendiamoci in giro, non ci sono più i top player che c'erano ai tempi di Mourinho o Mancini. Non sono uno che sputa sul passato e lo cancella. Ma oggi stiamo lavorando su cose che dovevamo già sapere. Siamo ripartiti dall'abc del calcio, soprattutto in difesa. E questo ci serviva. Difesa a tre? Si anche l'anno scorso la usavamo, ma la differenza sta nell'allenarsi e insistere ogni giorno sugli stessi concetti".
COME RAGIONA HANDA - L'estremo difensore nerazzurro preferisce una partita con zero gol subiti, ogni parata per un portiere vale come segnare. Ritiene che la sua parata più importante dello scorso anno sia quella che ha fatto dopo il 2 a 0 del Catania perché dopo aver evitato il terzo gol la partita è stata ribaltata. La più bella invece è stata la parata su Miccoli: "C'era tutto quello che deve fare uno che fa il mio mestiere", dice. Si arrabbia con i compagni per gli errori banali e con se stesso solo quando serve chiedendosi in cosa si può migliorare: "Siamo come i centometristi - spiega Samir - abbiamo la nostra corsia, corriamo da soli. Il portiere è un uomo solo".
TRENTA MLN - "Se è giusto valere trenta mln rispetto ai 120 di Bale? Che esagerazione queste cifre. Ma la verità è che decidono sempre i giocatori. Se vogliono andare in un'altra squadra non si possono trattenere. Il Barcellona? Tutte chiacchiere, se un club ti vuole ti compra. Io tutte quelle parole non sono stato a sentirle. Sono rimasto concentrato, devo stare sul pezzo. Il mio presente è l'Inter. Il futuro si vedrà", sostiene. Nessuna promessa di amore eterno insomma, intanto c'è e la sua porta la terrà al sicuro.
E ANCORA... - Chi è il portiere più bravo? Secondo Handanovic non ce n'è uno troppo più forte dell'altro. La Coppa Italia ad agosto l'ha già giocata con l'Udinese e "l'anno scorso abbiamo giocato il preliminare di EL il 2 agosto. Magari avremmo fatto un'amichevole e avremmo giocato comunque. Il Real? Per me in partite amichevoli si deve giocare solo con le squadre forti, quindi ci siamo...". Non un pensiero comune. Samir non sembra fatto per essere come tutti gli altri. E forse per questo fa il portiere.
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