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Harakiri Inter, 45 minuti per dire addio al terzo posto. Il compito di Ausilio…

Daniele Vitiello

“Non c’è più niente da fare, è stato bello sognare”. Fino ad un certo punto. Inter condannata dal crollo psicologico e fisico del secondo tempo di ieri sera contro il Torino, che vale quanto la matematica certezza nella...

"Non c'è più niente da fare, è stato bello sognare". Fino ad un certo punto. Inter condannata dal crollo psicologico e fisico del secondo tempo di ieri sera contro il Torino, che vale quanto la matematica certezza nella famigerata lotta al terzo posto. A sette partite dal termine, la Roma di Spalletti, oltre ad aver aumentato il distacco in sui nerazzurri di Mancini, gode di un vigore dettato dal nuovo corso che la sta trascinando verso ancor più ambiti lidi, con addirittura il Napoli nel mirino all'indomani del derby dominato e del tracollo azzurro alla Dacia Arena.

HARAKIRI - È tanto il rammarico ripercorrendo i tragici tratti salienti dei novanta minuti del Meazza. L'Inter, nell'Ottava di Pasqua, e - purtroppo - non è una novità, riesce nell'ardua ma poco esaltante impresa di resuscitare un Toro più che tramortito, alla canna del gas dopo le sciagure delle ultime settimane, su tutte la sconfitta nel derby di domenica scorsa. E dire che la partita si è era messa in discesa dopo non molto, con il rigore sacrosanto concesso dall'oplontino Guida a favore dei nerazzurri per evidente fallo di mano di Moretti. L'harakiri nerazzurro si compie nella ripresa, con la passerella concessa a Molinaro (terzo gol in carriera!), la scelta di Mancini di togliere Icardi e non Palacio, la clamorosa svista del direttore di gara e assistenti sul non contatto Nagatomo-Belotti e ancor prima il black out nella mente di Joao Miranda, finora leader del reparto arretrato nerazzurro, ma ieri in balia di una confusione mai vista da inizio campionato.

GESTIONE - Sono da considerare veri e propri miracoli tattici gli 1-0 portati a casa da agosto ad oggi da una squadra che in fase di palleggio può contare sul solo Brozovic (altra prestazione di livello ndr). Ieri, nonostante il non asfissiante assalto granata, è mancata gente in grado di suonare una nenia e addormentare il match nella sua fase clou, prima che l'Inter si trovasse a fare i conti con una doppia inferiorità numerica ed un risultato clamorosamente ribaltato a sfavore. Di questo bisognerà tenere conto nell'allestimento della prossima rosa, Ausilio è avvisato.