primo piano

Hernanes: “Lacrime? Gioia. 88? Numero è un altro. Mio figlio sarà …”

Daniele Mari

Il brasiliano Hernanes ha concesso una lunga intervista a Globoesporte. Il brasiliano ha parlato di tutto, con un occhio ovviamente al Mondiale: DA IDOLO DELLA LAZIO A IDOLO DELL’INTER PRIMA ANCORA DI TOCCARE PALLA. COM’E’ STATO...

Il brasiliano Hernanes ha concesso una lunga intervista a Globoesporte. Il brasiliano ha parlato di tutto, con un occhio ovviamente al Mondiale:

DA IDOLO DELLA LAZIO A IDOLO DELL'INTER PRIMA ANCORA DI TOCCARE PALLA. COM'E' STATO ESSERE ACCOLTO COSI' DA UNA TIFOSERIA?

"Un'esperienza nuova, non pensavo che i tifosi mi accogliessero in questo modo perché andavo in una squadra comunque rivale della Lazio. Credevo che sarebbero stati più apprensivi ed esigenti. Ma mi hanno accolto come se fossi sempre stato qui. E' stato bellissimo, mi sono sentito accolto benissimo".

E' STATA UNA TRATTATIVA COMPLICATA, CON MINACCE DI MORTE PER LOTITO. COSA E' SUCCESSO?

"La tifoseria della Lazio già aveva problemi con Lotito, e io sono finito in mezzo a tutto questo. Pensavano che il presidente mi volesse vendere e che io non volessi andare via ma non era così. Le lacrime erano di gioia perché stavo andando all'Inter ma mi sono emozionato perché comunque stavo molto bene a Roma. Volevo andare via per ambizione professionale. Ho scelto l'Inter ma in quel momento sapevo che stavo rinunciando a tutto quello che avevo costruito a Roma: tifosi, amici, la città".

PERCHE' IL NUMERO 88?

"Non lo considero l'88 ma due volte 8. L'otto è sempre stato il mio numero preferito, quello che ho usato più spesso. Ma qui era occupato, non era disponibile e per questo ho scelto l'88: due volte 8, due volte più forte".

ALCUNE PERSONE HANNO FRAINTESO QUELLE LACRIME...

"Ho lasciato la Lazio in maniera onorevole, credo di essermene andato in maniera elegante, come del resto volevo. Alcune persone hanno interpretato male il senso di quelle lacrime ma ho tentato di spiegare tutto tramite Facebook. Non ho mai voluto creare confusione o polemica".

HAI PAURA DI TORNARE A ROMA AD AFFRONTARE LA LAZIO PER L'ACCOGLIENZA DEI TIFOSI?

"No, nessuna paura. Ho dato tutto per la maglia della Lazio. Ho aperto il mio cuore e ho un affetto enorme per la tifoseria della Lazio. Non ho nessuna paura di giocare a Roma con l'Inter".

CHE RAPPORTO C'E' TRA I BRASILIANI DELL'INTER E QUELLI DEL MILAN?

"Credo che ci possa essere tranquillamente un'amicizia, anche perché ci conoscevamo già da prima. Conosco Robinho, Kaka, vivono qui da molto tempo e possono anche farmi conoscere alcuni posti di MIlano. Ma ancora non ho parlato con loro. Solo con Julio Cesar, che mi ha augurato buona fortuna qui all'Inter".

I FIGLI DI KAKA E ROBINHO VANNO INSIEME A SCUOLA CALCIO. ISCRIVERAI ANCHE EZEQUIEL CON LORO?

"Mi sono già informato e iscriverò anche Ezequiel alla scuola calcio ma sarà la scuola calcio dell'Inter. Anche lui vuole giocare nell'Inter. Chissà magari un giorno vedremo tutti e tre nel Brasile".

CON IL TRASFERIMENTO ALL'INTER SI PENSAVA CHE TU POTESSI AVERE ANCORA PIU' CHANCE NEL BRASILE MA NON SEI STATO CONVOCATO PER L'ULTIMA PARTITA. HAI PAURA DI NON ANDARE AL MONDIALE?

"Ho molta fiducia nel lavoro che sto facendo. So che Felipao è un ct che analizza tutto. E' un grande osservatore, sono sicuro che ha osservato il mio lavoro. Ora devo fare bene nell'Inter, continunando a fare quello che stavo facendo nella Lazio e mettendo in mostra il mio miglior calcio. Non sono preoccupato, voglio andare fortemente al Mondiale, ho lavorato molto per questo ma non dipende solo da me. Ma sono tranquillo e fiducioso".

LA CONCORRENZA IN MEZZO AL CAMPO E' SEMPRE PIU' SERRATA, CON PAULINHO E LUIZ GUSTAVO TITOLARI. TEMI LA CONCORRENZA?

"Nella Selecao c'è sempre grande concorrenza, ci sono sempre stati grandi giocatori. E la concorrenza è così, serrata. Ma io mi sento in un buon momento della mia carriera e ho fiducia nel mio potenziale. So che c'è concorrenza ma confido in me".

COSA TI MANCA PER ESSERE TITOLARE NEL BRASILE?

"Mi serve solo tempo, ho sempre ottenuto le cose lentamente, un passo alla volta. Sono arrivato tardi al calcio che conta ma ci sono arrivato. In ritardo ma ce l'ho fatta".