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I genitori di Balotelli: “E’ stato usato, speriamo che la nuova società  si occupi di lui”

I genitori di Balotelli, Franco e Silvia, scrivono una lettera alla Gazzetta dello Sport. E’ il loro saluto per il loro figlio che è appena volato verso una nuova avventura, lontano da casa. “La scelta di lasciare l’Italia è stata molto...

Eva A. Provenzano

I genitori di Balotelli, Franco e Silvia, scrivono una lettera alla Gazzetta dello Sport. E’ il loro saluto per il loro figlio che è appena volato verso una nuova avventura, lontano da casa.

“La scelta di lasciare l’Italia è stata molto travagliata: qui Mario si è formato calcisticamente e qui ha i suoi affetti, ma gli ultimi due anni sono stati molto difficili sia come calciatore che come giovane in crescita. Il calcio è la sua unica passione, ma non ha trovato né il sostegno né il supporto di cui aveva bisogno. Troppe pressioni su di lui, quanto scrivere, quante analisi, quante irruzioni nella sua vita, quante balle sono state dette… ”.

“Quante partite giocate con grande entusiasmo, ma amareggiate da cori scandalosi, da parole oscene e offensive. Non aveva ancora 16 anni quando il mister Salvioni lo mandò in campo da professionista. Non lo dimenticheremo mai: quanti buh ad accoglierlo… insopportabili! Era solo un ragazzino e a casa ci disse ridendo che non l’aveva neppure sentiti, tanta era la gioia di quella prima esperienza. Col tempo però divennero per lui come un’ossessione, noi non eravamo mai negli stadi, ma in tv osservavamo la sua espressione, il suo sguardo e temevamo sempre le sue reazioni, che spesso sono arrivate…”.“E cosa dire infine dei pericolosi richiami di tante belle allodole e di furbi, malvagi lucignoli (ricordate tutti le avventure di Pinocchio)” che hanno solo usato Mario, sfruttando la sua ingenuità, servendosi della sua immagine e della sua notorietà per i loro meschini interessi…”

“Prandelli ha ragione quando dice che intorno a Mario si è costruito un personaggio e ne è rimasto schiacciato, quindi è giusto che ora cambi aria, che giochi per far crescere quel gran talento che Dio gli ha dato. Lo guiderà quel mister Mancini che a soli 17 anni credette in lui, gli diede fiducia, e una nuova società, che, vogliamo sperare si prenderà cura di lui non solo come giocatore”.

“Su una medaglietta per il suo ventesimo compleanno, abbiamo fatto incidere tre parole: professionalità, impegno e umiltà. Sono gli stessi obiettivi che Mario ci ha promesso di raggiungere, non sarà facile, ma noi confidiamo in Colui che su di lui ha avuto un progetto ‘speciale’ fin dalla sua più tenera età”.