Intervenuto ai microfoni di Goal, Marco Iaria, giornalista de La Gazzetta dello Sport ed esperto in economia, ha parlato così del momento a livello finanziario dell'Inter e della crisi che sta attraversando Suning: "La crisi dell'Inter si può leggere in due modi. E' vero che è l'esempio più eclatante delle estreme difficoltà di liquidità che stanno affrontando i club italiani, ma è altrettanto vero che i guai dell'Inter sono nati in Cina. La loro è una crisi molto specifica, quella legata ai loro proprietari, Suning, che stanno affrontando enormi problemi finanziari avvolti dalle dinamiche di consumo all'interno del mercato cinese e gli investimenti che la famiglia Zhang ha fatto che hanno aumentato significativamente il loro debito complessivo.
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Iaria: “La crisi non è dell’Inter, è di Suning. Si può leggere in due modi”
Le parole del giornalista: "La crisi dell'Inter si può leggere in due modi. I guai del club nerazzurro sono nati in Cina"
A un certo punto Suning non riusciva più a iniettare capitali nell'Inter, anche prima dei nuovi dettami del governo cinese, che cercava di fermare gli investimenti nelle imprese estere. E qui si tratta di un proprietario che tra il 2016 e il 2018 aveva introiettato 400 milioni di euro nel club, oltre a contratti commerciali con partner asiatici. Ma ora siamo in un'altra fase: le azioni di Suning nell'Inter sono state date in pegno al fondo Oaktree in cambio del prestito di 275 milioni di euro, che non è stato nemmeno sufficiente per preservare il progetto scudetto affidato a Conte, come abbiamo visto con la vendita dei loro due asset più preziosi, Lukaku e Hakimi. La Serie A ha però sofferto, e soffre tuttora, più degli altri massimi campionati europei perché anche prima del Covid era in cattive condizioni di salute", ha concluso.
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