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Icardi 2.0: un processo iniziato con Mancini ed esploso con Pioli. Ecco i suoi obiettivi

Il centravanti argentino ha imparato a giocare per i propri compagni e i numeri lo confermano

Redazione1908

I suoi numeri stanno meravigliando tutti. Mauro Icardi non è più solo un bomber da area di rigore, sta diventando un uomo squadra al servizio dei compagni. L'ex Sampdoria sta ultimando un processo di crescita già iniziato con Mancini e l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport spiega come adesso sia giunto il momento di vederlo in nazionale.

CHE NUMERI! - "E pensare che in molti ritenevano Mauro Icardi un egoista, un centravanti vecchio stile, quel numero 9 che tutto stringe a sé e che al massimo condivide la gioia per un (suo) gol. Il mondo si è capovolto. O forse Mauro si è evoluto. Poco più di mezzo campionato è bastato per ergerlo a giocatore completo. Il capitano dell’Inter, infatti, si ritrova in cima a una particolare graduatoria che fotografa quanto il lavoro dell’argentino sia migliorato. Opta ricorda che Icardi è in testa alla classifica che somma gol e assist nei principali campionati europei. Mauro ha segnato 15 gol e ha contribuito a farne fare altri 8 ai compagni. In tutto 23 «punti», se adottassimo il linguaggio dell’hockey ghiaccio dove gol e assist creano una vera classifica ufficiale rilevata dagli statistici delle varie leghe a partire dalla più importante, la National Hockey League (Nhl) americana".

DA MANCINI A PIOLI -  "Dei gol segnati nessuno si stupisce più. Icardi è stato il miglior marcatore della Serie A nella stagione 2014-15 con 22 centri insieme con Luca Toni. E per la terza stagione consecutiva Icardi non è sceso sotto quota 15 reti in A. Numeri straordinari che riportano alla mente gente come Christian Vieri e Zlatan Ibrahimovic, pezzi di storia nerazzurra. Ma il miglioramento del numero 9 è avvenuto in un settore a lui poco congeniale per natura. Quello dell’assist, dove l’egoismo deve lasciare spazio all’altruismo. Gli assist di Icardi, guardando i migliori marcatori d’Europa, sono pareggiati solo da José Callejon del Napoli. Entrambi a quota 8, arrivano prima di gente come Alexis Sanchez. Unire senso del gol e sensibilità di passaggio è il gradino più complicato da salire per un attaccante. Perché è come allenare l’egoismo e contemporaneamente l’altruismo. Icardi aveva iniziato a lavorare su questo aspetto con Roberto Mancini. L’allenatore di Jesi gli aveva parlato più di una volta spiegandogli che anche i grandi centravanti moderni sanno giocare per la squadra. E Mauro aveva iniziato a uscire dall’area, a farsi vedere dai compagni sotto una luce differente. Il processo è proseguito con Frank de Boer ed è poi esploso con Stefano Pioli. L’attuale tecnico nerazzurro ha sottolineato spesso il lavoro che Icardi sta svolgendo per la squadra. Lavoro che paga anche sotto l’aspetto spirituale perché mostra ai compagni la voglia di sacrificarsi anche nei momenti di difficoltà".

GLI OBIETTIVI - "In effetti quello che stride di più con la realtà è la mancanza della convocazione con la sua nazionale per fare spazio a giocatori dal profilo inferiore. Lui che ha nel mirino alcuni obiettivi: Alvaro Recoba nella classifica dei marcatori di tutti i tempi dell’Inter (69 a 72); i primi dieci goleador di sempre del pianeta nerazzurro in Serie A, con Attilio Demaria «lontano» 14 centri (il che vorrebbe dire chiudere questo campionato a 29 gol); la Scarpa d’Oro visto che all’inizio del girone di ritorno di tutti i campionati europei lo vede al terzo posto distante 2 punti dal tridente in testa e composto da Suarez (Barcellona), Aubameyang (Borussia Dortmund) e Dost (Sporting Lisbona). Ora Icardi sembra avere però un doppio pensiero: segnare e far segnare. E restare davanti a Sanchez, Cavani, Suarez, Diego Costa, Lacazette e Messi in questa classifica".

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