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Dal suo approdo nel Barcellona Mauro Icardi lasciò subito il segno tra gli addetti ai lavori. Ai tempi della sua avventura in blaugrana, infatti, quando l'argentino era appena sbarcato dalle Canarie via Vecindario, un agente italiano che studiava proprio in Spagna, Nunzio Marchione, si accorse subito delle qualità da bomber dell'attuale capitano nerazzurro, che dopo qualche anno fu portato in Italia dalla Samp: "E’ così che venne in Italia e finì alla Samp - dichiara Marchione a ilSecoloXIX-. Anzi, così è nata l’opportunità che Pecini è stato abilissimo a cogliere dopo che Juve e Napoli, club arrivati prima, lo avevano bocciato. Cosa mi colpì del primo Icardi? Il fatto che a 15 anni era già maturo e pronto a vivere fuori di casa. E naturalmente la capacità innata di partire mezzo secondo prima del difensore mettendosi dove serviva. Un fenomeno, si vedeva".
Le difficoltà nell'approdare in prima squadra lo spinsero a cercare nuovi stimoli in un campionato più adatto per le sue caratteristiche: "Così io che ero diventato suo agente, oltre che amico, insieme all’agente Ulisse Savini, gli promisi di trovargli un club in Italia. Lui sognava l’Inter - prosegue Marchione - perché era cresciuto con il poster di Zanetti e ricordo la gioia quando festeggiammo al Camp Nou la semifinale di Champions l’anno del Triplete: avevamo Deulofeu vicino e non capiva come mai esultassimo".
Anche in blucerchiato non ebbe subito vita facile, soprattutto nella scelta dei numeri di maglia: "Ricordo anche che mesi dopo Pellè gli fece lo sgarbo di togliere il numero 99 volendolo per sé, con Mauro che ripiegò sul 98. Tutte cose che, unite ai pochi minuti in campo, penalizzarono il feeling tra Maurito e la Samp. Se poi finiì all’Inter, però, è perché il club voleva incassare i 13 milioni, questo penso sia stato chiaro a tutti. Certo, l’Inter era il suo sogno ma Mauro non è certo così che avrebbe voluto finisse con la Samp che aveva creduto in lui per prima".
(Fonte: Dario Freccero, il Secolo XIX 24/10/17)
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