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Il bomber nerazzuro Mauro Icardi, è tornato a parlare alla stampa argentina rilasciando un'intervista a La Nacion, dove manda un segnale forte al ct della SeleccionTata Martino: "Lui sostiene che si parla di me solo per questioni extra calcistiche, ma mi sembra che continuino a chiedergli perché non mi convochi nonostante tutti i goal che faccio. È lui l’unico che parla di certe cose. Parliamo chiaro, il problema è la mia relazione con Wanda, di cui però si continua a parlare solo in Argentina", ha dichiarato l’attaccante.
"Qui in Italia sono ormai tre anni che faccio notizia solo per i miei goal, l’unico motivo per cui finisco sui giornali quasi tutti i lunedì. Si parla di quante reti faccio, di come gioco, di come mi muovo in campo. In Argentina invece si spala sempre nella m…, mi si continua a identificare come il marito di Wanda Nara, quello che ha rubato la donna e rovinato la vita a un ex compagno, quando in realtà non è affatto così".
LE ESCLUSIONI NON LO DESTABILIZZANO - "Qui tutti si chiedono perché non venga convocato in nazionale. Se lo chiedono i miei compagni, i dirigenti, i tifosi, la stampa. La verità è che solo Martino conosce il motivo e vorrei facesse come Dunga, che pochi giorni fa è venuto a parlare con i brasiliani. Vorrei che Martino venisse e mi spiegasse i motivi reali per cui non mi chiama. Ma comunque la questione non mi toglie il sonno", ha tagliato corto l’attaccante.
Che ammette anche di non essersi pentito del "no" alla maglia azzurra. "Nelle mie vene scorre sangue argentino e ho sempre voluto indossare la maglia del mio Paese. Non mi pento di nulla, se non verrò più convocato me ne farò una ragione e - continua - mi resterà il ricordo di aver debuttato e giocato per lo meno qualche minuto con l’Albiceleste. La mia unica preoccupazione adesso è dare il massimo per l'Inter".
L'ABBONDANZA DI REPARTO NON E' UNA SCUSA -"E' vero che ci sono tanti giocatori ma nel mio ruolo sono al massimo due, ci sono Higuain e Aguero. Gli altri come Lavezzi, Di Maria e Dybala sono mezze punte. C'è il miglior attacco del mondo, è vero, non è facile avere un gruppo come questo.
Essere un giocatore del Barcellona con Messi, Neymar e Suarez? Non ho mai rimpianto di aver lasciato il Barcellona, è stata una mia decisione. E l'ho fatto per il mio bene. Sì, ringrazio il Barcellona per la visibilità mi ha dato, questo mi ha permesso di essere osservato dagli altri club".
UNA PAURA CHE LO ASSALE -"Sono un ragazzo a cui piace stare in famiglia. Mi piace stare con i bambini, mi piace fare di tutto, anche cucinare. Ma ho una paura, quella morire in un incidente e lasciare i bambini, la mia famiglia nella sofferenza. Questo è un timore che ho..." conclude il bomber nerzzurro.
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