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Tra presente e passato ma con un occhio al futuro: nel corso degli anni, il ruolo del procuratore sportivo ha influenzato le dinamiche del calciomercato. Intervenuto ai microfoni di SportWeek, l'AD dell'Inter Marotta ha detto la sua a tal proposito: "Sono scomparsi o quasi le bandiere perché ora i giocatori sono favorevoli ai trasferimenti: più cambiano squadra e più guadagnano. Si è rovesciata la situazione del 1977. Allora il calciatore subiva il destino che gli imponeva il club, oggi decide che cosa fare e condiziona il club. Sono due situazioni estreme e sono sbagliate".
SOLUZIONI - "Bisognerebbe liberalizzare tutto, azzerare il valore dei cartellini, almeno a partire dal 25° anno di età. Dai 25 in su il calciatore diventerebbe come un attore, libero di trattare il proprio ingaggio per un film. Sparirebbero i costi degli investimenti e i relativi ammortamenti a bilancio. Certo, verrebbero favorite le grandi società, però se la compravendita fosse mantenuta fino ai 25 anni, si salverebbero i piccoli club, verrebbero loro riconosciuti gli sforzi per aver formato un giovane".
SAREBBE LA FINE DEL CALCIOMERCATO - "Esatto, ma di fatto è già così, perché tutti ormai andiamo a caccia di giocatori a fine contratto e sempre di più versiamo loro un signing fee, un bonus di entrata. Pagheremmo di più i calciatori ma azzereremmo o quasi i costi degli investimenti. Le società diventerebbero aziende di intrattenimento".
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