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Il silenzio di Mancini era un urlo: nuova rivoluzione all’Inter

Eva A. Provenzano

Il mister non aveva voluto parlare al suo arrivo a Malpensa: sembra proprio avesse già capito che non c'erano i presupposti per continuare

In fondo era tutto rimasto in sospeso e nessuno ci aveva creduto che tra Suning, Mancini e Thohir era andato tutto bene. Perché appena sembrava si fossero calmate le acque e, alcune indiscrezioni facessero pensare alla proposta di rinnovo per l'allenatore, sotto sotto stava succedendo completamente altro. Ed è scoppiata la tempesta, infatti.

Perché "il meglio tacere" del Mancio nel giorno del ritorno a Milano della rosa nerazzurra aveva fatto presagire a brutte notizie. E per brutte notizie si intende cambiare allenatore a preparazione già avanzata, con il mercato che chiude tra pochi giorni. E si intende pure una nuova rivoluzione, che quella societaria non c'era bastata.

Per la serie, adesso quali sono i punti di riferimento degli interisti se fino a qualche giorno fa si sentiva "E' Mancini il fuoriclasse dell'Inter"? Nel frattempo che spunti all'orizzonte una nuova speranza, sembra proprio che il mister avesse intuito qualcosa sul suo futuro quando non gli era stato concesso il rinnovo e ha mandato segnali in questo senso, quando gli si chiedeva di mercato rispondeva: "Non è a me che dovete chiedere". Non voleva fare il traghettatore e aveva chiesto un anno di prolungamento. La società non ha voluto accontentarlo e anzi, a quanto pare si era già messa sulle tracce di De Boer, l'allenatore che da sempre viene associato al nome di Thohir perché il presidente indonesiano lo ha sempre considerato l'ideale per un progetto che mette al centro i giovani. E' pure la teoria di Suning. E' risaputo che Mancini aveva invece chiesto giocatori di esperienza. Touré in concreto e Zabaleta forse. Ma niente, non se ne è manco parlato. E allora adesso si può pensare che sia stato lui a dire addio, come quella volta dopo il Liverpool, in Champions. Avrebbe potuto dare le dimissioni, ma non l'ha fatto e la società non vuole esonerarlo, contratta piuttosto la buonuscita. Tutto in mano agli avvocati.

Si chiude così la seconda era del Mancio all'Inter. Era arrivato con la promessa di ricostruirla ed aveva tutte le carte in regola per farlo. Le cose non sono andate come ha voluto. Dopotutto anche chi è arrivato due anni fa con la promessa di portare il club nerazzurro tra i primi dieci d'Europa non ci è ancora riuscito. Adesso tocca a Suning.