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FPF, Suning con le mani legate? Solo per ora. Il voluntary agreeement non vale per l’Inter

Riccardo Fusato

La notizia, uscita ieri, del possibile ingresso del Suning Commerce Group nell'Inter, con una quota tra il 60 e il 70% ha subito scatenato i tifosi nerazzurri

La notizia, uscita ieri, del possibile ingresso del Suning Commerce Group nell'Inter, con una quota tra il 60 e il 70% ha subito scatenato i tifosi che ora sognano di tornare ai fasti del 2010. Ora, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. E' vero, se la trattativa dovesse concretizzarsi, il nuovo azionista di maggioranza cinese avrebbe ampia disponibilità sia per risanare la precaria situazione finanziaria del club nerazzurro sia per mettere in campo le risorse per rafforzare la squadra sul mercato senza ricorrere a quelle modalità di ingaggio di nuovi calciatori che hanno caratterizzato, almeno in parte, la gestione di Erick Thohir, ma tuttavia rimarrebbe inalterato il settlement agreement stipulato con la Uefa per lo sforamento dei parametri del Fair Play Finanziario (perdita massima di 30 milioni nell’esercizio 2015/16 e pareggio di bilancio nel 2016/17). Ecco dunque che questi obblighi rimarranno in vigore anche in caso il controllo del club dovesse passare dall’indonesiano nelle mani del Suning Commerce Group, che almeno nel breve periodo non potrà effettuare spese folli sul mercato.

Se è infatti vero che le modifiche apportate al regolamento sul Fair Play Finanziario nel maggio del 2015 prevedono che, in caso di «significativo cambiamento della proprietà e/o del controllo» di un club, quest’ultimo ha la possibilità di chiedere alla Uefa di stipulare un «voluntary agreement» con l’obiettivo di arrivare nel giro di 4 anni al pareggio di bilancio, è altrettanto vero che, regolamento alla mano, tale possibilità non è prevista per quelle società come l’Inter che nei tre esercizi precedenti ha stipulato un «settlement agreement» (accordo transattivo) con l’Uefa.

Anche se dovesse cambiare proprietà, dunque, l’Inter avrebbe l’obbligo di rispettare gli accordi raggiunti lo scorso anno con l’Uefa, che come noto limitano la libertà di manovra del club sul mercato. Non per niente Thohir ha indicato la necessità di realizzare almeno 50 milioni di plusvalenze nell’esercizio 2016/17 in cui l’Inter è tenuto a raggiungere il pareggio di bilancio.

(calcioefinanza.it)