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E' piuttosto singolare che a dar risonanza a questa vicenda sia un giornale spagnolo piuttosto che i nazionali italiani, direttamente coinvolti. Che, all'indomani delle richieste del pg Carmine Esposito nell'ambito del processo d'appello di Calciopoli, hanno perso una grande occasione per affrontare un tema importante. Più che mai attuale visto che si parla, purtroppo spesso, di arbitraggi. Stiamo parlando dell'ennesima discussa prestazione del fischietto italiano, Gianluca Rocchi. Più forte di tutto, la sua carriera è proseguita imperterrita nonostante il fischietto fosse sotto processo. Lo era ai tempi del famoso derby di Mourinho finito in 9 (l'assoluzione con formula dubitativa fu infatti immediatamente impugnata), lo è ancora (il 5 dicembre potrebbe essere condannato a 1 anno e 4 mesi). Alla federazione e all'AIA tutto ciò non sembra dare nessun tipo di fastidio. Nonostante le evidenti carenze del fischietto, che sul suo curriculum può vantare partite come il derby del 2010, un Bologna-Milan (finito 2-2), un Inter-Napoli (espulsione di Ranieri dopo decisioni arbitrali incomprensibili), un Cesena-Catania (espulsioni come se piovesse). Ma in Italia la carriera non si parla quasi mai con i risultati, lo sappiamo.
E allora oggi il giornale sportivo AS si chiede giustamente perché un fischietto sotto processo non sia mai stato sospeso. Perché al contrario abbia fatto carriera diventando un internazionale. Perché? A nessuno viene il dubbio che questa situazione infici la sua serenità? Stranamente un giorno prima dell'udienza del processo in appello la Figc sostituì Rocchi con Doveri nella partita che avrebbe diretto la domenica successiva (Cagliari-Bologna). Poco dopo e senza che nessun giornale si interrogasse su questa anomalia, Rocchi è tornato ad arbitrare. Se mai Mourinho avesse rimosso dalla memoria quel famoso derby ("avremmo vinto anche in sette"), il fischietto di Firenze glielo ha prontamente ricordato nella partita di CL, Manchester City-Real Madrid. E ora che anche in Spagna si fanno le stesse nostre domande ci sentiamo decisamente meno soli. Anche se non si vede lo straccio di una risposta. Per ora.
Twitter @SBertagna
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