primo piano

Ince: “Inter, addio per motivi familiari: via in lacrime. Zanetti, che forte! E Moratti…”

Eva A. Provenzano Caporedattore 

Il rimpianto più grande per l'ex calciatore inglese aver lasciato Milano prima dell'arrivo di Ronaldo e prima di un trofeo

Ad un certo punto anche il figlio poteva sbarcare a Milano e giocare nella sua Inter. Perché dopo averla lasciata, come succede a tanti, la squadra nerazzurra è rimasta nel suo cuore. «Lasciarla è stato il mio rammarico più grande ma a volte si prendono delle decisioni che hanno poco a che vedere col calcio. I tifosi interisti erano fantastici e tutta la situazione era perfetta per me. Loro dicevano che avevo fatto bene anche quando la partita l'avevo giocata male».

«Non c'era nessun motivo per lasciare l'Inter ma mia moglie si ammalò della paralisi di Bell e per quello siamo tornati in Inghilterra. È stata una decisione del tutto familiare e la famiglia viene prima di tutto anche se pensavo che sarei dovuto rimanere, ci sarei rimasto per tutta la vita. Amavo l'Inter e l'Italia e li amo ancora. Zanetti oggi fa il vice presidente, avrei potuto anche io fare il dirigente, avevo ancora due anni di contratto, ma ho deciso di andare e sono andato da Moratti in lacrime per dirglielo. Anche lui era in lacrime e mi disse che sarebbe arrivato Ronaldo e che poteva rinnovarmi alle cifre che volevo. Ma non si trattava di soldi, ma di famiglia», ha continuato.

Proprio a proposito dell'ex presidente, Ince ha aggiunto: «È stato un rapporto assolutamente fantastico, come un padre. Credo mi abbia voluto lui nella sua squadra per come giocavo e si è preso sempre cura di me. Non avevamo cominciato bene quell'anno e Bianchi mi aveva messo fuori ruolo, giocavo a centrocampo nello United e stavamo perdendo due a zero a Siena a fine primo tempo. Il presidente è sceso arrabbiato negli spogliatoi e ho preso parola per dirgli che non mi piaceva il ruolo in cui giocavo e volevo giocare da centrocampista centrale. Mi mise lì nel secondo tempo, pareggiammo due a due. La settimana dopo esonerato Bianchi, arrivò Hodgson. Moratti era in tribuna mentre giocavo contro il Crystal Palace. Poco dopo Ferguson mi chiamò dicendo che avevano accettato l'offerta dell'Inter per me. Significava che non mi volevano più nonostante stessimo parlando di rinnovo».

E ha anche parlato del suo ex compagno, Javier Zanetti. «È stato incredibile. Nella mia top 11 Javier c'è sempre, terzino destro, ala o centrocampista. Ha giocato in tutti questi ruoli ai massimi livelli. Abbiamo firmato per l'Inter lo stesso giorno. Se pensi che lo hanno pagato pochissimo quando lo hanno preso dal Banfield e pensi a quanto grande sia diventato capisci che è incredibile. Aveva gambi enormi, potenti. L'ho rivisto giocare dopo anni  contro il Tottenham in Champions ed è stato bellissimo. Abbiamo avuto un ottimo rapporto ed è uno dei giocatori più grandi di tutti i tempi».


«Cosa è successo tra Carlos e Hodgson? Non conosco le loro versioni, ho cercato di rimanerne fuori. Ho sentito, anche se non ero lì, che c'erano feste in albergo, ma non posso commentare se non c'ero. Sicuramente lui era un giocatore di alto livello, uno dei migliori terzini sinistri che abbia mai conosciuto. Quando perdi un giocatore così, ci deve essere un motivo dietro, perché altrimenti non lo mandi mai via dall'Inter, siamo rimasti tutti scioccati, noi e i tifosi, senza di lui ci siamo indeboliti. Era una persona divertentissima, bravissimo negli spogliatoi e questo conta quando sei un calciatore».

«La delusione più grande è stata la Coppa UEFA persa ai rigori con lo Schalke a San Siro. Moratti teneva tanto ad un trofeo ma non siamo riusciti, era il mio obiettivo quando sono andato all'Inter e non vincere con la maglia nerazzurra è uno dei miei rimpianti più grandi insieme all'addio, quando stava per arrivare Ronaldo. Quando mi chiedono quale sia stato il periodo più bello che ho trascorso in carriera, dico sempre all'Inter. È stato per l'Inter, per la cultura, per i tifosi. E poi c'erano le feste a casa di Berti: incredibile c'erano Joe Pesci, Uma Thurman e Michael Keaton con cui ho trascorso circa mezz'ora a parlare. Non ho fatto le foto, sono distrutto. Ma Berti conosceva tante persone. Avevo preso il suo posto quando si era fatto male e pensavo non potessimo essere amici, ma invece alla fine lo siamo diventati», ha concluso.

(Fonte: sempreinter.com)


Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Inter senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con FC Inter 1908 per scoprire tutte le news di giornata sui nerazzurri in campionato e in Europa.