Qualcuno si è lamentato dei "soli" otto gol segnati fin qui in questo suo primo anno di Inter. Lautaro Martinez, però, sta dimostrando di essere il progetto di un grande giocatore, e non solo per la capacità con cui è riuscito a prendersi, a 21 anni, la squadra sulle spalle dopo lo scoppio del caso Icardi. Anche i numeri, infatti, sono dalla parte dell'argentino. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, solo Higuain (che però era arrivato a Napoli da campione già affermato) aveva fatto meglio di Lautaro al suo primo anno in Serie A. Il Toro, a inizio marzo, ha già battuto gente del calibro di Toni, Immobile e Cavani, con Icardi e Dzeko nel mirino:
primo piano
Inter, 1° anno in A di Lautaro da top: meglio di Toni, Cavani e Immobile. Nel mirino… Icardi
I numeri del Toro sono davvero importanti confrontati con gli altri bomber del nostro campionato
"Il numero 10 nerazzurro è a quota 8 in stagione: 5 in campionato, 2 da quando è titolare unico, 1 in Europa League, bottino possibilmente da rimpolpare domani. Pochi? Non proprio, in rapporto ai minuti giocati siamo a 1 gol ogni 151’. Non pochi soprattutto se consideriamo che questa è la sua prima stagione nel nostro campionato. Prendendo in considerazione gli ultimi capocannonieri della A, solo Higuain ebbe un primo anno decisamente più pesante (24 reti nel 2004-05), ma il Pipita arrivò con altra maturità e status. Icardi ne segnò 10 nel 2012-13, primo anno di Sampdoria, Immobile 5 col Genoa nella stessa stagione (la prima vera, salvo presenze con la Juve da Primavera), Dzeko 10 nel 2015-16, prima esperienza giallorossa, per poi esplodere a 39 dodici mesi dopo. Cavani 5 (nel 2007-08, 2 nei 5 mesi precedenti), Toni 9 al primo assaggio di A (2000-01). Gli ultimi sei re dei bomber, insomma, avevano preso le misure segnando anche meno. E all’argentino mancano mesi da titolare. Alla sua età Radamel Falcao, a cui si ispira, ne segnò 15 complessivi col River (2007-08): uguagliarlo non è impossibile. Ora arrivano quattro gare chiave, un filotto in cui Keita potrebbe concedergli riposo già con la Spal. I cartellini gialli sono un pericolo (diffida in A e Europa), ma il Toro ne prendeva più da subentrante, quando voleva spaccare il mondo in un quarto d’ora. Frenarsi, in campo come fuori, è segno di maturità", conclude il quotidiano.
(Fonte: la Gazzetta dello Sport)
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