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Walter Sabatini, durante la presentazione alla Sampdoria, ammette le difficoltà dello scorso mercato estivo legate al governo cinese. Partiti con presupposti ben diversi, i dirigenti nerazzurri si sono trovati di fronte il cambio di rotta di Pechino, che ha imposto severe limitazioni agli investimenti esteri in settori come l'intrattenimento e lo sport, calcio compreso.
L'Inter, però, è riuscita a dimostrarsi "utile" all'economia cinese, con l'apertura di sei nuove academy su territorio cinese, ricevendo così l'approvazione del governo di Pechino, che pretende che ogni investimento di un'azienda locale all'estero abbia una ricaduta sull'economia nazionale: "Ero stato assunto per costituire un network internazionale, poi sono cambiate alcune norme interne al governo cinese che si sono rimembrate nel calcio e questo progetto è andato in depressione. Mancando i presupposti, una mia permanenza sarebbe stata asfittica. Non vedevo che il mio modo di pensare e operare potesse coincidere con la proprietà cinese, non sentivo di potermi esprimere, non sentivo di poter portare a buon fine le operazioni", ha confessato Sabatini.
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