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L’Inter annienta il Milan con un 3-0 senza storia nella Supercoppa Italiana. Ecco l’analisi del match di ieri di Paolo Condò, noto giornalista, dalle colonne di La Repubblica:
“Nella mezz’ora iniziale Simone Inzaghi se l’è letteralmente divorato, forte di uomini che per tattica e atteggiamento filavano a velocità doppia, uno scatenato gruppo rock in opposizione a un’orchestrina da camera leziosa e svagata. Col doppio vantaggio in cassaforte il resto del match è stato gestito con autorità, giocando con l’orologio e l’attesa del punto esclamativo del campione del mondo, e Lautaro non si è fatto pregare.
Una prestazione rotonda, un’Inter capace per la seconda volta in due settimane — la prima ovviamente col Napoli — di esprimersi al meglio contro un’avversaria forte, come in autunno era successo soltanto nei due confronti col Barcellona, visto che in campionato Milan, Lazio, Roma e Juve non le avevano lasciato un punto. La Supercoppa è titolo di un giorno, ma ci sono le basi perché il suo effetto eccitante si prolunghi. Se il discorso scudetto va tenuto in sonno, è in arrivo un turno di Champions che potrebbe spalancare orizzonti imprevedibili. Nelle grandi partite, quelle in cui le rivali ti lasciano spazi perché vogliono attaccarti, l’Inter ha riscoperto il bene della verticalità.
Se l’Inter post-scudetto fu costretta a cedere due uomini chiave come Lukaku e Hakimi, il Milan quest’anno non è riuscito ad aggiungere nulla, come dimostrato dalla formazione di partenza di Riad, interamente composta da veterani. In dieci giorni il Milan ha perso i due obiettivi stagionali più abbordabili, la coppa Italia e la Supercoppa, ha visto dilatare la distanza dal Napoli con due pareggi inattesi, e continua a macerarsi nell’attesa del rinnovo di Leao, che è diventato il Sacro Graal, e forse qui si sta un po’ esagerando. Per la prima volta da quando è al Milan, Stefano Pioli si trova in panne”, si legge.
(Fonte: La Repubblica)
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