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Inter, autentica impresa per il FPF: rosso (per l’Uefa) di soli 25 mln. Ebitda ancora positivo

Riccardo Fusato

Un abbattimento del passivo di bilancio pari a circa 80 milioni per l'Inter, che è rientrata nei parametri della Uefa

Un abbattimento del passivo di bilancio pari a circa 80 milioni. L'Inter è riuscita nell'impresa. Un anno fa il rendiconto consolidato aveva fatto segnare un rosso "monstre" pari a -140 milioni. Dodici mesi dopo la cifra è stata ricondotta a proporzioni ragionevoli. Il bilancio dovrebbe far segnare -59 milioni. Merito dell'aumento dei ricavi ottenuto nell'ultimo anno. Ma anche conseguenza dei criteri contabili adottati nel 2015 quando erano stati accantonate in anticipo molte voci di uscita, in concomitanza con un'annata fuori dalle coppe europee: gli stipendi di Mazzarri e staff tecnico, gli ingaggi di giocatori fuori al progetto tecnico, il credito del contenzioso Fifa col Sunderland per Alvarez e anche la multa da pagare alla Uefa per il Fair play finanziario.

Oneri una tantum che ovviamente alleggeriscono questo bilancio. Il dato valido per Nyon, proprio ai fini del "settlement agreement" concluso a maggio 2015 per rientrare nei parametri europei, è ancora più basso: circa -25 milioni, comunque sotto ai 30, un risultato che rientra nel piano concordato con la Uefa. Questo scostamento deriva dalle esimenti concesse dall'organismo europeo che non conteggia, ai fini dei Fair play, gli investimenti per stadi, strutture di allenamento e settore giovanile. Positivo come un anno fa l'Ebitda, il dato che indica il margine operativo lordo di un'azienda, ovvero il reddito della gestione operativa, al netto di interessi, imposte e ammortamenti.