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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Alessandro Beltrami, l'agente tra gli altri di Radja Nainggolan e Nicolò Barella, ha parlato in vista dello scontro tra i due di domani sera in Cagliari-Inter.
Beltrami, Radja e Nicolò le hanno dato il nullaosta?
«Il calcio è dei tifosi e dei giocatori, non certo dei loro agenti. I protagonisti sono loro, nessun altro. Ma visto che loro sono d’accordo, questa volta posso fare una eccezione».
Beh, del resto in un momento storico in cui va di moda il cambio dell’agente o affidarsi ai familiari, Nainggolan e Barella sembrano delle eccezioni. Cosa vi lega così tanto?
«Il nostro è davvero un legame di famiglia. Vede, sia Radja sia Nicolò mi hanno voluto come padrino delle loro figlie e per me questo vale più di tutto: infatti mi sono tatuato le iniziali dei loro nomi sul braccio».
Una specie di zio acquisito.
«Beh, dipende. Per le figlie di Radja sono lo zio, mentre Nicolò si diverte a evidenziare la differenza di età e a ricordarmi che sto invecchiando, e dice a Rebecca di chiamarmi nonno».
Nonno o zio, resta sempre presente per i loro papà.
«E loro con me. Sa cosa rende speciale il mio rapporto di 15 anni con Nainggolan? Nel 2012 ho avuto problemi di salute che mi hanno costretto a stare lontano dal lavoro per mesi e per lui arrivarono offerte importantissime dalla Russia. Radja non solo mi ha aspettato ma mi è stato molto vicino per tutto il periodo, mettendomi davanti ai suoi interessi».
Ma lei come li ha scelti?
«Perché mettono sempre la squadra davanti a tutto: lo spirito di sacrificio è la prima cosa che cerco in un mio assistito. Poi vabbé, Radja l’ho scelto dopo averlo visto in un torello di riscaldamento in Belgio: personalità incredibile. Nicolò invece mi colpì in un allenamento a Cagliari: ogni volta che aveva la palla cercava la sfida proprio con Radja. Uno così non potevo farmelo scappare».
Ma la faranno pure arrabbiare.
«Radja è troppo disponibile con chi non lo merita. Nicolò ha un brutto rapporto col telefono: passano ore prima che risponde ai messaggi (ride)».
Come sarete tra venti anni?
«Verranno a trovarmi nell’attico che comprerò a Rio de Janeiro con mogli e figlie (sei in totale, ndr) e i loro fidanzati che col tempo avrò controllato personalmente… Ah, poi se arriva un maschio la procura mi sembra abbastanza scontata».
Domani dove vedrà la partita?
«Ovvio, a Cagliari. E resto per tutto il weekend con la famiglia di Radja, mentre lui tornerà a Milano ad allenarsi: farò lo zio, il lavoro che amo di più».
Visto, non abbiamo parlato di campo. A proposito, possono giocare insieme vero?
«I giocatori forti possono sempre giocare insieme, non lo sa?». Sarebbe bello sapere dove e quando, ma questo Beltrami non lo direbbe mai.
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