Non è titolare dal 16 settembre (a Bologna) e delle 10 successive ha saltato il derby per tonsillite acuta, ne ha viste 4 dalla panchina e in 5 è subentrato nel finale. "Non possiamo sprecare tempo per dare coraggio a un giocatore - ha spiegato Spalletti, che i messaggi sa come mandarli -. Se non è convinto lui, faccio fatica ad andargli incontro. Conta la squadra. Detto questo, la professionalità di Joao non è in discussione". Dopo una tournée asiatica in cui aveva mostrato lampi alla Nainggolan, Joao sembra essere tornato né carne né pesce, come per lunghi tratti l'anno scorso. Nessuna rete, un paio di assist ma anche alcuni ingressi in campo (soprattutto contro la Samp) senza la giusta determinazione. E in una squadra che ora si è davvero compattata e lotta su ogni pallone, queste cose risaltano maggiormente. Joao ha fatto capire che vuole giocare di più, ma dipende tutto da lui. E anche la pista della cessione a gennaio (direzione Parigi?) non è semplice, visto che è ancora a bilancio per una trentina di milioni e all'Inter serve una plusvalenza per rispettare gli accordi con la Uefa.
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