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Due sconfitte, quattro pareggi e una vittoria. Il secondo mini ciclo dell'Inter è stato tutt'altro che positivo. Come contro la Lazio, la squadra di Conte anche ieri è stata incapace di chiudere la partita e alla fine è stata raggiunta dall'Atalanta. Un film, purtroppo, già visto in questa stagione. Il giorno dopo il pareggio contro la squadra di Gasperini, la Gazzetta dello Sport analizza il momento dei nerazzurri.
"L’Inter è quel pianista che una nota prima o dopo la sbaglia sempre. Bergamo è l’ultima tappa del tour musicale che fin qui non è stato di gran successo. Neppure un flop, benintesi, ma per il tutto esaurito (di applausi) si deve ripassare più avanti".
"La storia si ripete e non può non accendersi l’allarme sul gol fallito da Vidal, o sulla generale sensazione di instabilità dopo aver incassato l’1-1. «Andiamo a vincerla», urlava Conte dalla panchina ai suoi. Che invece per poco non la perdevano. Ed è qui che il tecnico ha mosso la critica si suoi giocatori. «Non può essere sempre l’allenatore in campo a dire tutto: quando abbiamo preso il gol c’è stato uno sbandamento, non deve accadere. I giocatori fanno quello che abbiamo preparato, ma ci sono situazioni in cui bisogna fare di necessità virtù, magari andando sulle seconde palle». Ecco il punto, che spiega bene anche la pareggite: l’Inter spesso non sa cambiare spartito. Entra con un’idea, quell’idea la applica bene, ma poi di fronte all’imprevisto fatica a cambiare programma, fondamentalmente a reagire".
"La consolazione è «un’Inter che nel giro di un anno è tornata a far paura, perché da noi ci si aspetta tanto», ancora Conte. Che a questa sosta certamente arriva con un umore meno buono rispetto a un mese fa. Una vittoria nelle ultime otto gare. E la prospettiva di un prossimo ciclo in cui sarà impossibile tirare il freno a mano, considerando che in ballo ci sarà anche il tentativo di rimonta nel girone Champions".
(Gazzetta dello Sport)
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