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"Era soprattutto sua, la delusione. Antonio Conte e il giorno dopo una sconfitta è sempre un materiale tremendamente infiammabile". Apre così La Gazzetta dello Sport nella sua edizione odierna, che racconta la reazione del tecnico nerazzurro all'indomani della scottante eliminazione dalla Champions League: "Specie se la serata storta ti costringe di nuovo a fare i conti con quello che lui a settembre definì «un luogo comune»: così rispose pubblicamente a chi gli chiedeva conto di un database europeo non all’altezza del suo elevatissimo rendimento in campo nazionale. Conte non ci sta, non ci stava neppure ieri mattina ad Appiano. Non ci sta perché l’Inter non gli ha dato modo di grattare sotto l’apparenza, di rispondere con i fatti, di scavare più in profondità. Da qui l’amarezza, impossibile da nascondere, anche se stavolta – rispetto alla sfuriata post Dortmund – il tecnico ha saputo trattenere reazioni troppo sopra le righe.
Zhang ha parlato alla squadra, Conte ha continuato a riflettere: "Per carità - continua la Rosea -, non che la cosa abbia di colpo cambiato l’umore dell’allenatore, convinto com’è Conte di non aver potuto giocarsi il girone Champions al massimo delle possibilità. Vuoi per gli infortuni, che l’hanno costretto a scelte ristrette nelle ultime tre partite. E vuoi per una rosa che considera carente in determinati settori. Alcuni giocatori non si sono rivelati all’altezza delle aspettative dell’allenatore, chi in termini caratteriali, chi per caratteristiche tecniche, chi per l’impatto difficile con un grande club. Ed è chiaro che l’eliminazione dalla Champions non può cambiare le sue richieste. C’è un’Europa League da onorare, considerarla d’intralcio sarebbe controproducente proprio per quel discorso del luogo comune. Per lo scudetto, invece, serve trasformarsi da psicologo e resettare le teste dei calciatori, lavoro iniziato già ieri. Per i recuperi degli infortunati...bisogna aspettare: a Firenze giocheranno praticamente gli stessi di martedì".
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