A distanza di dieci anni, l'Inter torna a giocare una semifinale europea. I nerazzurri affronteranno il temibile Shakhtar, ma senza paura come ha sottolineato ieri Antonio Conte: "La parola paura non fa parte del vocabolario mio e dei miei calciatori. Abbiamo rispetto, certo, per lo Shakhtar".
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Come sottolinea la Gazzetta dello Sport, il tecnico e l’Inter sono legati dalla stessa missione: scrivere un capitolo nuovo sui libri di storia. "Conte ci riprova, 2.300 giorni esatti dopo quella scivolata portoghese – c’era il Benfica di fronte alla sua Juventus – del primo maggio 2014 che gli tolse la gioia di una finale europea da vivere in panchina. Era Europa League anche quella. E l’allenatore non è mai andato oltre. L’Inter è una friggitrice di emozioni, quella Juve invece era una macchina dalla quale Conte decise di scendere, apparentemente senza un motivo (e invece di motivi ne aveva). E si racconta che quella eliminazione in semifinale, pur non essendo decisiva ai fini della separazione tra il tecnico e il club di Agnelli, in qualche modo contribuì ad agitare un bel po’ le acque".
(Gazzetta dello Sport)
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