Intervenuto durante il Social Football Summit a Roma, Carlo Cottarelli, presidente di Interspac, ha parlato del progetto azionariato popolare e di prossimi passi che verranno fatti. Queste le parole riportate da Calcio e Finanza: "Interspac è una società che promuove l'azionariato popolare, un numero elevato di tifosi che diventa proprietario della propria squadra. Si tratta di un modello non nuovo dato che Barcelona Bayern e Real – e in generale tutto il calcio tedesco – va in questa direzione. La differenza è netta con la nostra proposta, in quei casi le società sono nate come associazioni di tifosi. Introdurre questo modello partendo dal contesto italiano, in cui i club sono di proprietà di un imprenditore o di fondi, è ovviamente molto più complicato perché si tratta di trovare le risorse per entrare.
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Inter, Cottarelli: “Ecco il piano di Interspac, tre vantaggi. Zhang? Quello che ha detto…”
Le parole dell'economista: "Noi stiamo lavorando con Deloitte per preparare un progetto che a tempo debito presenteremo alla società"
L'azionariato popolare presenta tre vantaggi che migliorare il conto economico della società: dare una stabilità al capitale introdotto, perché il tifoso non cambia idea, resta per sempre; secondo vantaggio è che il capitale fornito dal tifoso non vuole essere remunerato, a differenza del fondo estero, così si risparmiano di milioni di spese in interessi; il terzo è che si crea un legame più forte tra i tifosi e la società, perché chi diventa proprietario ha anche più voglia di andare allo stadium. Pensiamo che questo possa portare più ricavi da matchday, sponsor e lato commerciale. Il tifoso ogni anno è contento di dare un piccolo contributo, ma moltiplicato per un numero importante di soci questo porta risorse.
Chiusura di Zhang? E' un progetto molto difficile. Quello che ha detto Zhang ha senso, stiamo lavorando con Deloitte per preparare un progetto che a tempo debito presenteremo alla società. Bisogna avere un business plan, ma le cose vanno un po' più per le lunghe Investitori istituzionali? Mi sembra evidente che un progetto così ne beneficerebbe. Quando parlo di azionariato popolare non parlo solo dei piccoli, ma anche dei medi o dei più grandi.
Quota dei tifosi? L'idea è di avere una quota molto elevata se questa cosa funziona. Per ora è un'idea, per concretizzarla ci vogliono le condizioni. Noi abbiamo fatto un questionario che ha raccolto molto successo, per ora siamo alle parole, poi se passeremo ai fatti vedremo. Abbiamo speso 4-5 mila euros per lanciare la campagna sui social, poco, credo che come numeri si possa arrivare molto più in alto ma serve anche la presenza di investitori medi, grandi e istituzionali.
Il potere del tifoso nel progetto è da definire, ma il modello duale del Bayern ci piace molto. Il consiglio di sorveglianza definisce le linee generali tramite le quali viene gestito il club, il tifoso non vota per comprare Mbappè, ma indica la direzione generale. Rimane una distanza tra la visione a medio-lungo termine dei tifosi e l'attività quotidiana della società.
Lo stadio? Serve uno stadium moderno, che poi sia fatto con un nuovo impianto o sistemando il Meazza, sul tema sono neutral. Un modello di azionariato popolare dovrebbe avere uno stadium più vicino a quello del Bayern che a quello della Juventus. Se è vero che creiamo un modello per puntare sulla fidelizzazione alla squadra, serve uno stadio adeguato. I ricavi per tifoso sono molto più elevati con l'azionariato popolare. Serve però un modello di governance trasparente che dia voce al tifoso, con chiarezza su quali siano benefici e le responsabilità del tifoso. L'idea è valida non per una squadra in particolare, ma per il calcio in generale. C'è un aspetto romantico, ma anche un aspetto di sostenibilità economica».
(Calcio e Finanza)
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