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Inter, crescita boom: la rosa si è rivalutata del 45%. I meriti di Inzaghi

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Una frase di Simone Inzaghi negli ultimi tempi è diventata sempre più ricorrente e conferma quanto il tecnico abbia avuto ragione
Gianni Pampinella Redattore 

Una frase di Simone Inzaghi negli ultimi tempi è diventata sempre più ricorrente: "Dove alleno io, aumentano i ricavi e si vincono trofei". A guardare il valore della rosa e i trofei in bacheca, il tecnico nerazzurro ha avuto ragione su tutta la linea. Infatti la rosa si è rivalutata  del 45%, passando da 456 a 661 milioni. "Evidentemente, il merito non può essere unicamente di Inzaghi. Va allargato pure ad un gruppo dirigenziale in grado di utilizzare al meglio le (poche) risorse a disposizione, individuando sempre o quasi l’innesto più funzionale per un impianto di gioco che ha un’identità sempre più decisa, per certi versi perfino unico", sottolinea il Corriere dello Sport.

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"Chiaro che buona parte di quei 200 milioni siano legati a Thuram. L’Inter lo ha tesserato senza pagare un euro per il suo cartellino. E, adesso, si ritrova un attaccante che non vale meno di 70-75 milioni. In questa stagione, però, sono cresciuti anche elementi che avevano già raggiunto uno status di primo livello. Partendo dalla difesa, ad esempio, Bastoni è un top a livello assoluto. Anche Barella, con il passare delle stagioni, ha sempre alzato la sua asticella, migliorando sul piano della personalità e della leadership. I due azzurri, però, erano già finiti in vetrina con Conte. Altri interisti, invece, sono da considerare come creature di Simone. Dimarco, tanto per cominciare, è diventato titolare in Nazionale perché Inzaghi gli ha dato subito fiducia". 


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"Che dire, poi, di Çalhanoglu, arrivato come centrocampista sovente discontinuo e trasformato in un regista illuminato, tra i migliori interpreti in assoluto del ruolo. Senza dimenticare come, in questi anni, Lautaro abbia aggiunto sempre qualche cosa al suo calcio e non solo, facendo incetta di trofei. E attenzione pure a Pavard, unico campione del mondo della rosa, acquistato con lo sconto visto che gli rimaneva un solo anno di contratto, ma inevitabilmente tornato alla sua quotazione naturale. Evidentemente, nel gruppo ci sono anche una serie di ultratrentenni che, pur avendo avuto un rendimento eccellente, non hanno alzato la propria quotazione proprio in ragione della carta d’identità". 

(Corriere dello Sport)

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