Intervenuto ai microfoni del MatchDay Programme di Inter-Udinese, Dalbert ha parlato così della sua carriera, ma non solo: "Se non avessi fatto il calciatore, sarei rimasto comunque nell'ambito dello sport, dell'educazione fisica, magari proprio un insegnante. Sto imparando l'italiano attraverso i cori a San Siro e i tifosi. Ascolto tantissima musica delle mie parti. Mi aiuta a concentrarmi, a rilassarmi, fa parte della mia quotidianità. Barra Mansa è importante tre volte per me: lì ho visto lamia prima partita di calcio e mi sono appassionato a questo sport, da lì sono partito con la mia carriera professionistica e sempre lì ho conosciuto mia moglie. Ci siamo conosciuti in un modo simpatico. Per un po' di tempo la vedevo tutti i giorni alla fermata del bus, ma non ci parlavamo. Poi ho scoperto che era la cugina di un mio compagno di squadra ed è stato più facile rompere il ghiaccio. Michael Jordan è l'idolo con cui sono cresciuto. Oggi amo vedere sul parquet campioni come Kevin Durant e LeBron James, sono scelte facili. La città che mi è piaciuta di più in Europa è stata Nizza, anche se cerco di tornate in Brasile, a casa. San Siro? Immenso, unico, da vivere".
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Inter, Dalbert: “Imparo l’italiano grazie a San Siro e i tifosi. Il Meazza? Unico, da vivere”
Le parole di Dalbert al MatchDay Programme
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