-Con chi hai legato?
Parlo tanto con Frattesi, abbiamo giocato insieme a Monza e quando è uscita la notizia che stavo per arrivare all'Inter mi ha scritto subito. Parlo soprattutto con lui, ma mi piace farlo con tutti, mi piace stare bene con tutti.
-Come va con Inzaghi e cosa ti ha chiesto?
Inzaghi è un allenatore che ti aiuta a crescere, ti sta sempre vicino, ci parla sempre, ci aiuta e tiene il gruppo unito sempre. Mi ha aiutato tanto in questo inizio di stagione. Cerco di migliorare sempre e mi sta aiutando: con lui posso crescere. Mi ha chiesto di fare subito pratica con la parte tattica per come gioca l'Inter, i quinti, per capire queste cose.
-Come sono cambiate le cose dall'arrivo a Milano?
Quando ho firmato con l'Inter ero a casa con mio padre e pensavo a come le cose sono andate velocemente. Un piacere. Ma era il mio sogno giocare in una grande squadra, lui era molto contento, anche io lo ero. E spero di continuare così. A fare bene.
-Come è andata nella tua carriera col ruolo...
Sì, fino a 15 anni ero esterno alto, un attaccante, poi sono diventato terzino. E quando sono andato in prima squadra mi sono adattato a difensore centrale, veramente, poi sono tornato esterno. In Brasile mi dicevano che ero un terzino difensivo, poi sono arrivato in Italia e hanno cambiato tutto. Ora dicono che sono un terzino offensivo. Diciamo che mi piace fare bene entrambe le fasi, così posso essere più contento. Sono un esterno di centrocampo ma sono anche pronto a fare altri ruoli per dare una mano alla squadra. Ho sempre sognato di fare il calciatore, a scuola ero scarso e papà mi ha iscritto a scuola calcio e a 11 anni sono andato al Corinthians. E la prima volta nella scuola calcio volevo smettere. Mi ha detto che se non avessi fatto il professionista avrei lavorato con lui, lui è un commercialista, mia mamma l'insegnante. Penso di aver fatto bene a venire in Italia nel Monza mi è servito a crescere e a capire il calcio italiano. E anche l'Inter è stata ora la scelta giusta.
-Chi ti ha scoperto?
Mi ha visto Filippo Antonelli, direttore del Monza. Poi ho parlato con Galliani. Sono grato a entrambi, mi hanno aiutato tanto. Sono arrivato nell'anno del Covid, sono stato da solo, i miei genitori non potevano venire in Italia. Galliani è stato come un padre per me, gliel'ho detto. Berlusconi è stato un presidente sempre vicino alla squadra, amava il calcio. Mi spiace tanto che non ci sia più, ho le foto con lui, è stato un piacere conoscerlo. Quando mi vedeva diceva sempre: 'Questo è il terzino che fa tutta la fascia, questo è il nostro treno', diceva sempre questo. Credo sia stato una persona straordinaria.
-Sai chi è Roberto Carlos?
Lui è stato devastante. Ero piccolo quando giocava qui, io guardavo Marcelo. Ma ho guardato tutti i brasiliani che hanno giocato all'Inter, Roberto Carlos, Adriano, tanti, Julio Cesar e Lucio anche.
-La concorrenza con Dimarco?
Credo sia buono per tutti e due, lui sta facendo benissimo, è un grande calciatore, parliamo sempre. Io voglio aiutare la squadra, essere pronto e dare il massimo. E quando c'è l'opportunità approfittarne.
Botta e risposta: «Momento più brutto? Il più brutto forse non essere riuscito a salire in Serie A nel primo anno col Monza. Il più bello la prima partita a San Siro con la maglia dell'Inter. Di chi vorrei vorrei la maglia? Neymar, è brasiliana. Miglior terzino ora? Dimarco, sta facendo benissimo. Allenatore che mi ha fatto svoltare? Palladino perché mi ha lasciato libero di fare il mio ruolo e di attaccare pur essendo attento alla fase difensiva. Mi piacerebbe giocare al Bernabeu e sono orgoglioso della mia prima partita fatta in Brasile con la maglia dela prima squadra. Alla play gioco a Call of Duty e tra la Nazionale brasiliana e quella italiana sogno quella verdeoro".
(Fonte: DAZN)
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