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"La delusione è innanzitutto tecnica. Perché tutti dentro l’Inter sanno di essere più forti, più completi rispetto all’Atletico Madrid. Non è un’equazione nel calcio, evidentemente. Ma il sentimento successivo all’eliminazione si spiega (anche) così, con la sensazione di essere usciti non avendo espresso al meglio il proprio potenziale. Il doppio confronto poteva essere gestito meglio, con maggiore malizia da parte del gruppo. E magari anche qualche elemento apparso molto stanco a Madrid - si pensi a Mkhitaryan ma non solo - sarebbe potuto arrivare alla sfida di ritorno con minor minutaggio sulle spalle. In generale, al netto degli episodi che certamente hanno condizionato il risultato - ma questo vale per tutte le partite -, l’Inter ha dimostrato di saper gestire meglio la fase iniziale e molto meno quella finale, trovandosi impreparata: anche questo è un processo di crescita che il gruppo di lavoro - dai giocatori all’allenatore - deve fare. Nello specifico, non è in discussione la capacità di gestire la pressione, altrimenti non sarebbe esistita la cavalcata della scorsa stagione. Piuttosto, va capito in prospettiva come reggere sulla doppia competizione. Perché l’Inter di Madrid non è stata quella del campionato. E non è stata una questione di avversario, ma di atteggiamento", analizza il quotidiano.
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