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Il gol di Lautaro Martinezè stato perfetto. Perché è arrivato quando l'Inter aveva più bisogno, perché è stata un'incornata complessa e determinante. Perché vale un allungo, alla luce della sconfitta del Milan, da più 9 in classifica sulla seconda. "Se non è un’assicurazione per il tricolore, poco ci manca", scrive il Corriere dello Sport. E fatti i dovuti scongiuri c'è da sottolineare che nei top cinque campionati europei l'unico club ad avere un margine più ampio dalla prima inseguitrice è il City di Pep Guardiola.
Andrea Ramazzotti, nella sua analisi, parla della vittoria dell'Inter come di un segnale scoraggiante per le rivali. Perché "se non perde punti in un match complicato nel quale non ha brillato, la capolista quando può frenare?".
Il Toro poteva essere una trappola per i nerazzurri. Innanzitutto perché si rischiava di considerare facile una gara così dopo la vittoria sull'Atalanta. Ma Conte ha tenuto tutti sul pezzo e si è visto anche in campo. L'Inter ha tenuto il possesso palla ma non ha mai alzato la pressione per non dare al Toro la possibilità di ripartire, poi ha risolto la pratica nel secondo tempo. "Gli esteti del gioco se ne faranno una ragione", sottolinea lo stesso articolo.
I gol dell'Inter, 45 su 65 almeno, arrivano spesso nella seconda parte di gara. E questo dimostra che quando le altre squadre sono stanche i nerazzurri riescono a mettere in campo il loro strapotere fisico. Pure questa volta sono stati decisivi i cambi. "Con Eriksen e Young, la squadra di Conte è stata più concreta e incisiva. Il danese ha messo il piede nell’azione del rigore, ma è stato il Toro argentino ad affondare i granata con un fantastico colpo di testa sul cross dalla trequarti del subentrato Sanchez, altra intuizione giusta di Conte", conclude il CdS.
(Fonte: CdS)
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