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Lo chiamano fattore Perisic. Già, perché dal giocatore più chiacchierato dell'estate nerazzurra è diventato un punto di riferimento per l'Inter di Luciano Spalletti. Il croato aveva salutato tutti nell'ultima partita di maggio al Meazza: aveva preso per mano il suo bambino in mezzo al campo e insieme si erano in pratica fatti un giro di campo. Aveva lasciato tutti un po' perplessi e con la convinzione che sarebbe stata l'ultima volta su quel prato. L'estate è stata caotica, le voci di addio erano lì fino quasi a fine mercato, ma poi l'allenatore nerazzurro e la società lo hanno convinto a restare, forse anche perché non è mai arrivata dal Manchester United l'offerta che avrebbe fatto capitolare l'Inter.
Il croato è uno dei giocatori con più minutaggio: le ha giocate tutte queste dodici partite con pochi altri come Handanovic, Miranda e Skriniar. Loro sono la base essenziale della squadra: 1080 minuti giocati su 1080, quindi 12 presenze collezionate finora. Il giocatore si è fatto sentire là davanti con quattro gol, cinque assist e 39 tiri totali, ma una cosa ha colpito di lui, il fatto che quando può torna indietro a dare una mano a Nagatomo, sulla fascia di loro competenza, la sinistra. Un chiaro segnale che se c'è una cosa che è cambiata da quel maggio, quando sembrava sul punto di dire addio, è quell'essere diventati un gruppo, uno spogliatoio unito, che riparte dopo un periodo difficile, che fa un patto con il suo allenatore forse sono abbastanza come motivazione per esplodere tutto il proprio talento. Se lo facesse anche con la continuità mancata in passato Perisic sarebbe davvero imprescindibile per questa Inter e forse sarebbe ancora più facile spiegarlo alle pretendenti quando cominceranno ancora una volta a bussare alla porta della sede di Corso Vittorio Emanuele.
(Fonte: SS24)
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