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Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando fa il punto sulle big della Serie A in vista dell'inizio del campionato, in particolare su Inter e Milan. Per il giornalista, i nerazzurri sono i favoriti d’obbligo. "Sì, perché non ha perso titolari e ne ha aggiunti un paio, come Taremi e Zielinski che, prima di infortunarsi, hanno già dimostrato di poter essere un valore aggiunto. Il capocannoniere Lautaro lo è stato anche in Coppa America: è carico. Bisseck è cresciuto molto. Il solito saggio anticipo marottiano sul mercato ha permesso a Inzaghi di lavorare subito con il gruppo completo. Nessuno ha le certezze tattiche dell’Inter. Rischi? Pancia piena e presunzione. Come dice Sacchi, in Italia non abbonda la cultura della vittoria".
"Il Real Madrid, per dire, ha sempre fame. Simone dovrà lavorare forte sulle motivazioni e non trascurare certi atteggiamenti nelle amichevoli estive. I 37 punti persi dal Napoli nel dopo scudetto sono un monito. Un pelo nell’uovo tattico: nel calcio di Yamal e Vinicius e delle zuffe per Nico Gonzalez e Gudmundsson, mentre Roma e Milan lucidano Soulé e “Chukwu”, l’Inter , perso Sanchez, rinuncia a un apriscatole dribblatore. Poteva servire, sarebbe servito contro l’Atletico Madrid una Champions fa. Fede ostinata nelle linee di passaggio, senza la scorciatoia del dribbling".
"Quale sarà la squadra anti-Inter? Un nome solo. Il Milan. Perché ha trattenuto i più forti e ha riempito le caselle che mancavano. Ogni estate gocciolava via una stella: Donnarumma, Kessie, Tonali… E’ stato chiuso il rubinetto ed è arrivato ciò che non ha avuto Pioli: terzino destro (Emerson Royal), centrale difensivo (Pavlovic) scoglio in mediana (Fofana), centravanti di spessore internazionale (Morata). Dopo un anno di rodaggio, sta sbocciando Chukwueze. Buone le alternative di panca. Se Leao, prossimo papà, farà finalmente il salto di qualità (concretezza, continuità), l’ipotesi seconda stella diventerà credibile. Il derby della quinta giornata ci farà intuire quanto si è ristretta la forbice. Molto passerà dalle idee e dal lavoro di Fonseca che ha a disposizione tutto ciò che gli serve. E anche da un management, ancora in fase di apprendimento, che dovrà dimostrarsi all’altezza di quello dell’ultimo scudetto".
(Gazzetta dello Sport)
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