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L'analisi della Gazzetta dello Sport sulla vittoria dell'Inter di ieri contro il Viktoria Plzen e soprattutto sul passaggio agli ottavi di Champions League. Archiviato fino a febbraio il discorso europeo, la squadra di Simone Inzaghi ora potrà concentrarsi sul campionato e sulla rincorsa scudetto. Con un Romelu Lukaku in più, visto il ritorno in campo di ieri con gol dopo appena 4'.
"L’Inter ha eliminato il Barcellona dalla Champions, è questa la notizia, non il fatto che abbia travolto il Viktoria Plzen in una serata di festa doppia, per il 4-0 e per il ritorno in campo e al gol di Romelu Lukaku. L’Inter è agli ottavi di Champions per la seconda volta di fila con Simone Inzaghi allenatore, un anno fa come oggi. L’ultimo tecnico a trascinare l’Inter oltre le colonne d’Ercole dei gironi per due volte consecutive era stato José Mourinho, tra il 2008 e il 2010. Nella scorsa stagione l’Inter era passata assieme al Real in un gruppo completato da Shakhtar e Sheriff. Stavolta la compagnia era più ostica: Bayern e Barcellona, oltre al “materasso” Viktoria, motivo per cui l’impresa va sottolineata bene. Brava Inter e bravo Inzaghi a non perdere la rotta nell’ora più buia e a traghettare la squadra fuori dalla crisi che le sconfitte in campionato contro Udinese e Roma avevano aperto. E bravissimo Edin Dzeko: come un anno fa contro lo Shakhtar, ieri contro il Viktoria ha segnato la doppietta della qualificazione aritmetica. Se l’Inter è sopravvissuta alla sparizione di Lukaku per infortunio, buona parte del merito va riconosciuto al 36enne bosniaco, centravanti con capacità di regia.
Scollinata la mezz’ora Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan hanno ripreso con forza il volante, la palla ha ricominciato a fluire in avanti come si deve, filante a terra. Il primo gol è sgorgato da un duetto tra Bastoni e Dimarco, con le parti rovesciate. Il difensore centrale ha guadagnato il fondo e da lì ha servito un cross che ha sbalestrato la difesa del Plzen. Pernica e Tijani, due dei tre “stopperoni” di Bilek, sono andati su Dzeko e dalla sabbia, come nella partitella del film con Aldo, Giovanni e Giacomo, è sbucato l’astuto Mkhitaryan, principe degli incursori. Uno a zero e partita in discesa. A ruota il raddoppio, avviato da una sontuosa apertura di Barella per Dimarco: stop e cross dell’esterno e 2-0 di Dzeko sottoporta. Una rete terapeutica, spazza fantasmi.
Barella si è sdoppiato, sgobbava come un mediano, ragionava come un regista e nell’azione del 3-0 ha dipinto come un trequartista la palombella che ha consentito a Lautaro di servire Dzeko per il 3-0 “tombale”. Lautaro avrebbe meritato la rete per l’impegno e per i diversi tentativi, nel primo tempo una sua fantastica girata si era infranta su un gambone di Hejda, ma va bene lo stesso. Chiuso il discorso risultato, Inzaghi ha tolto Dzeko e inserito Correa, poi, a sette minuti dal 90’, dentro Lukaku per Lautaro, e come nelle favole il finale è stato lieto, anzi lietissimo. Quattro minuti dopo esser entrato, Lukaku ha invitato Correa al “dai e vai” e ha battuto Stanek. San Siro è venuto giù dall’entusiasmo. Festa grande.
Pensiamo che la qualificazione agli ottavi di Champions si rifletterà sul campionato. Sabato a San Siro l’Inter affronterà la Samp, l’occasione buona per infilare la quarta vittoria consecutiva in Serie A e risalire ancora. Il ritorno di Lukaku riconsegna al campionato l’Inter che in estate veniva pronosticata per lo scudetto. Forse è tardi o forse no, dopo il Mondiale ricomincerà un’altra stagione. E a chi si chiede se Dzeko sarà contento di farsi un’altra volta da parte, rispondiamo con un’istantanea di ieri sera: dopo il gol di Lukaku, in tv è stata mostrata la panchina dell’Inter e tra i più sorridenti ed esultanti spiccava Dzeko. L’Inter ha sbandato, c’è stato un momento in cui sembrava che lo spogliatoio fosse sul punto di implodere. Ci viene in mente l’insofferenza di Barella, plateale in certe sue manifestazioni di dissenso. Tutto superato, l’Inter è ritornata squadra, il campionato ne tenga conto", si legge.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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