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Inter-Fiorentina: analisi di una vittoria “mazzarriana”

Inter-Fiorentina forse è stata finora la partita che meglio ha rappresentato il carattere e le abilità di Walter Mazzarri come allenatore e come capacità di lettura del match in corso d’opera. L’Inter si è trovata in svantaggio e per...

Lorenzo Roca

Inter-Fiorentina forse è stata finora la partita che meglio ha rappresentato il carattere e le abilità di Walter Mazzarri come allenatore e come capacità di lettura del match in corso d'opera. L’Inter si è trovata in svantaggio e per un attimo il rigore di Rossi è sembrato un colpo quasi decisivo da k.o. Anche perché la Fiorentina aveva tutte le carte in regola per congelare la partita. I nerazzurri infatti hanno impiegato un po' per ritrovare la rotondità del gomitolo. A conti fatti sono risultati decisivi i cambi fatti da Mazzarri. L'ingresso di Kovacic per uno spento Taider ha reso il gioco nerazzurro più organizzato e rapido; quello di Icardi per l'opaco Guarin, ha aumentato il peso in attacco e rinfrancato un Palacio fino a quel momento troppo solo e più impegnato a rincorrere gli avversari piuttosto che i palloni giocabili. Alvarez anche lui si è sacrificato molto, ma è un giocatore totalmente nuovo anche nell'aspetto percettivo dello spettatore. Un anno fa il suo ciondolare col pallone era una garanzia di palla consegnata agli avversari, ora si è trasformata in un'elettrizzante attesa di giocate spettacolari e decisive.Un aiuto alla remuntada nerazzurra è giunto anche dalle mosse quasi obbligate di Montella: un Giuseppe Rossi sfinito ha dovuto lasciare il posto a Ilicic e i difensori nerazzurri ne hanno beneficiato acquisendo maggior tranquillità nelle giocate. La progressiva crescita nel gioco e nell'ardore ha condotto al pareggio di Cambiasso. Quel che è parso però lampante è stata la voglia della squadra di voler vincere la partita, forzando i tempi delle giocate e cercando sempre la soluzione più dolorosa per gli avversari. Non è un caso che il gol vittoria sia arrivato grazie a Jonathan, fino a quel momento molto poco incisivo, che oltre alla splendida esecuzione, ha avuto il merito di occupare una posizione, nel momento giusto, che magari qualche tempo fa non avrebbe nemmeno provato a raggiungere. Questione di convinzione.