primo piano

Inter formato Europa: a contare è la mentalità 

Alessandro De Felice

Alla fine della passata stagione, dopo aver alzato la coppa dalle grandi orecchie e subito prima di dare il definitivo addio ai colori nerazzurri, Josè Mourinho aveva detto una frase profetica: ” Ora l’Inter ha una mentalità...

Alla fine della passata stagione, dopo aver alzato la coppa dalle grandi orecchie e subito prima di dare il definitivo addio ai colori nerazzurri, Josè Mourinho aveva detto una frase profetica: " Ora l'Inter ha una mentalità vincente, europea, che la porterà non dico a vincere ogni anno la Champions, ma ad arrivare sempre oltre gli ottavi di finale". Il Mou aveva azzeccato, ora l'Inter è diversa da quella che pochi anni fa si faceva buttare fuori da Liverpool e Villareal. In una partita sulla carta impossibile come quella di Monaco, l'Inter è stata in grado di effettuare non la partita Perfetta con la P maiuscola, bensì la partita perfetta per la situazione. Il gioco non è stato brillante e gli errori sono stati continui per tutto il corso dei 90 minuti da entrambe le parti. A far la differenza non sono state le qualità individuali o di squadra, bensì la testa con cui sono entrati in campo i nerazzurri dopo i primi 45 minuti. L'Inter di qualche anno fa dopo aver rischiato di prendere due o tre gol si sarebbe sentita a terra e probabilmente non avrebbe mai avuto né la forza né ilcoraggio di risollevarsi e di ribaltare il risultato; con il pubblico contro, con le probabilità contro, con la fortuna che strizza l'occhio all'avversario, l'Inter formato Europa ha avuto il merito di non mollare fino all'ultimo secondo, restando sempre concentrata e approfittando degli errori di un Bayern che si stava lentamente spegnendo come una candela esaurita. A far la differenza sono state la testa ed il cuore, due organi opposti per così dire, ma che quando collaborano sono in grado di creare un mix letale di grinta e lucidità. Uomo copertina di ieri è stato sicuramente Wesley Sneijder, uno che nelle partite che contano è in grado di far lievitare il suo rendimento, salendo di un gradino e guidando i suoi compagni da vero regista e uomo squadra. Un vero campione è questo che fa, si carica le difficoltà sulle spalle e le scarica in rete; per credere chiedete a Eto'o, Wesley e Pandev.La differenza tra Ibra e questi tre? Mentalità....