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Inoltre, al confronto con l’Atletico, l’Inter è arrivata da favorita, seppure solo di un’incollatura. Per di più contro una big d’Europa. Per i nerazzurri era un ruolo inedito. Lo scorso anno, infatti, nei pronostici erano partiti dietro sia contro il Porto sia contro il Benfica. Mentre il derby, in semifinale, è stato una storia a sé. La verità è che, mercoledì notte, Lautaro e compagni avevano la pressione addosso. E qualcuno non ha retto, fino a risultare intimorito. Si avvertiva mancanza di tranquillità, di sicurezza. Probabilmente ha inciso l’ambiente creato dai tifosi spagnoli. D’altra parte, era lecito attendersi una risposta diversa da giocatori che, in ogni caso, hanno già affrontato tante battaglie su palcoscenici di livello assoluto.
Chissà, forse anche il tipo di gara costruito da Simeone ha minato le certezze nerazzurre. Al di là dell’aggressione, non sempre continua (più possesso palla per l'Inter), il clima era proprio da battaglia, di continui confronti e duelli. Ha contribuito anche l’arbitraggio di Marciniak, molto permissivo, a cui l’Inter ha avuto il torto di non adeguarsi. Ma il problema è che, in Italia, nessun avversario è in grado di impostare una partita di questo genere, se non altro per 90’ o 120’. Puntando su tecnica e qualità, l’Inter può soffrire per qualche tratto, ma poi emerge comunque con tutta la sua personalità. A Madrid, invece, non c’è riuscita, tranne per alcuni momenti, come sul gol di Dimarco. Lo scudetto e la seconda stella renderanno in ogni caso l’annata straordinaria. Ma è chiaro che se, già a partire dal prossimo anno, l’idea sarà di alzare l’asticella in Champions, allora su quanto emerso l’altra sera si dovrà intervenire", si legge.
(Fonte: Corriere dello Sport)
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