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15 aprile 2017: lo troviamo lì, Mauro Icardi, al centro del campo. Piange. Il pareggio di Zapata a tempo scaduto gli fa male. Ed è da quelle lacrime che Maurito ha trovato lo stimolo per rifilare una sontuosa tripletta al Milan, esattamente sei mesi dopo. Come sottolinea il Corriere dello Sport, infatti: " Sei mesi fa, Icardi aveva concluso il derby inginocchiato a metà campo e con le lacrime agli occhi. Il Milan, infatti, aveva pareggiato all’ultimo secondo del recupero. Maurito non si capacitava di come l’Inter avesse appena gettato al vento il doppio vantaggio. Ma quella era una squadra che già camminava sull’orlo del precipizio. Di lì a poco sarebbe crollata. Sembrava che pure ieri potesse finire con un 2-2, con l’Inter rimontata due volte.Una sorta di malediz i o n e, u na sensazione di deja-vu che l’argentino aveva sperato di non dover mai conoscere, non in quel modo, non più in una partita del genere. Invece, il rigore allo scadere, dopo che Icardi, davanti a Donnarumma, ne aveva già calciato un altro contro il palo, ha chiuso il cerchio: nerazzurri soli al secondo posto in classifica e Milan a -10.
Nella Seleccion - continua il quotidiano -, da quando c’è Sampaoli in panchina, Icardi viene convocato regolarmente, addirittura a scapito di Higuain, ma non è ancora la sua squadra. Chissà, forse è solo questione di tempo. Con l’Inter, però, resta tutta un’altra cosa. E ora, dopo essere da tempo ormai la bestia nera riconosciuta della Juventus, lo è diventato “ad honorem” pure del Milan. Insomma, la tripletta di ieri sera è una sorta di laurea in questo senso. E pensare che, proprio fino al derby di ritorno dell’anno scorso, Maurito al Diavolo non aveva ancora fatto male. C’è un dettaglio, inoltre, che accomuna la squadra rossonera alla Juventus: Bonucci. Prima stava a Torino e ora sta a Milanello. E Maurito per lui resta un incubo. Un incubo cominciato sin dai tempi delle Sampdoria, con tre reti tra match di andata e di ritorno. All’Inter ne ha firmati altrettanti, e sempre con Bonucci a cercare vanamente di stopparlo. Ieri sera l’ennesima replica. A dimostrazione del fatto che, anche cambiando i fattori, il prodotto non cambia".
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