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E' decisamente positivo il viatico per l'Inter in vista del trittico di impegni, fra Champions League e campionato, tutti lontano da San Siro, che molto diranno sulla stagione nerazzurra. I tre punti di ieri sera contro il Frosinone hanno un peso specifico particolarmente elevato per il morale di una squadra che, voltandosi dopo il blackout di Bergamo, sembrava scorgere in una lontananza comunque non rassicurante i fantasmi di un passato che finora sono rimasti fuori dai cancelli di Appiano Gentile. Nulla è semplice come sembra a certi livelli, soprattutto per l'Inter delle ultime stagioni, sospesa fra la voglia di volare e le vertigini di una classifica tornata finalmente a sorridere come sperato per anni. Succede, però, che una gara tranquilla come quella contro i ciociari riservi una sentenza che porta inevitabilmente gran parte del tifo a storcere il naso.
I motivi? La sensazione che lascia la notte di San Siro è che toccherà attendere almeno la prossima stagione per rivedere nuovamente in campo Mauro Icardi e Lautaro Martinez a dividersi il fronte d'attacco e non a causa di un'intesa comunque ancora da collaudare, ma velocemente migliorabile, considerata la forte disponibilità e il desiderio di giocare insieme di entrambi i protagonisti della nostra riflessione. Bisogna, piuttosto, prendere atto del fatto che sebbene abbiano modi diversi di interpretare il ruolo, i due sono gli unici centravanti a disposizione di Luciano Spalletti, manager di una rosa costruita per insistere sul 4-2-3-1 (Lautaro ha dimostrato di non aver problemi ad essere solo lì davanti), o al massimo sul 4-3-3, e che in assenza di entrambi - come successo ad esempio a Bologna - si ritroverebbe orfana di terminali offensivi. Al di là, quindi, di ipotetici limiti nella sinergia Icardi-Lautaro, ciò che frena Spalletti dall'insistere su tale soluzione è la mancanza di un terzo elemento che possa sopperire eventualmente all'assenza di uno dei due (Perisic e Keita non hanno brillato spostati qualche metro più avanti) qualora giocassero insieme, ma anche la consapevolezza di avere tra le mani un organico che dovrebbe sacrificare diversi elementi (tra mediana e corsie laterali) per assecondare la voce del popolo, prendendosi un rischio del quale francamente l'Inter non sembra aver bisogno in questo momento. Anche l'inserimento di Lautaro sulla trequarti non ha dato i frutti sperati. Solo le prossime finestre di mercato, tra entrate ed uscite, potranno ridefinire i margini tecnico-tattici dello spogliatoio per spalancare le porte ad un nuovo assetto.
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