I cambi nell’Inter di Simone Inzaghi sono… automatici. In 22 su 23 partite di campionato, l’allenatore nerazzurro ha utilizzato tutte e 5 le sostituzioni. Nessuno come lui in Italia. La Gazzetta dello Sport si sofferma oggi sui motivi della scelta del tecnico interista dopo i cambi deludenti nel derby perso contro il Milan sabato.
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Inter, cosa c’è dietro i cambi… automatici di Inzaghi. “Una regola fa discutere”
I cambi nell’Inter di Simone Inzaghi sono… automatici. E c'è una regola che fa discutere dopo il ko nel derby
“Se ci si chiede il perché l’allenatore nerazzurro faccia ricorso in maniera così costante alle risorse in panchina, la chiave di lettura va trovata in un tipo di calcio tremendamente dispendioso. Lo raccontano diversi parametri del campionato, è un dato di fatto: l’Inter spende tanto, perché tende a voler comandare il gioco il più possibile e per farlo l’allenatore chiede a molti uomini di coprire una zona di campo ampia. […] Solo una volta Inzaghi ha effettuato il primo cambio all’intervallo. La maggior parte delle volte - 12 su 23 - la sostituzione iniziale è arrivata dopo un’ora di gioco, tra il minuto 61 e il 70. Tradotto: è come se la macchina nerazzurra, sì proprio quella del cambio automatico, avesse un’autonomia complessiva di un’ora. Passato quel tempo, per il tecnico diventa necessario intervenire. E quando vai a toccare l’ingranaggio, a volte può andar bene e altre male. Specie se chi lascia la panchina lo fa con l’atteggiamento di Vidal nel derby di sabato.
[…] Inzaghi non è solo l’allenatore che cambia di più. Ma pure quello che, singolarmente, ha ottenuto di più dai subentrati: 14 partecipazioni dirette alla reti, ovvero 9 gol e 5 assist. Come a dire: la qualità in panchina c’è, ma anche qui si viaggia a targhe alterne, di Vidal s’è già detto, pure Sanchez rientra in questo discorso. Si tratta di trovare l’equilibrio. Non semplice, anche perché c’è un paletto piazzato dallo stesso Inzaghi, una regola non aggirabile. Il tecnico usa togliere dal campo i giocatori ammoniti, così da evitare le espulsioni. Risultato? L’Inter è l’unica squadra del campionato senza neppure un cartellino rosso fin qui. Ma il dubbio è lecito: non è proprio possibile gestire un pezzo di partita con un giallo sulle spalle? Con il Milan, ad esempio, Calhanoglu (il più cambiato con Lautaro, 16 volte, sei da ammonito) non poteva in alcun modo restare in campo, senza abbassare tremendamente il livello come accaduto con Vidal?”, si interroga la rosea. E lo fanno anche i tifosi interisti…
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