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La solidità della nuova difesa dell'Inter targata Luciano Spalletti sembra avere un nome e un cognome: Milan Skriniar. Non è del tutto vero, come si legge tra le pagine del Corriere dello Sport: Joao Miranda sembra essere tornato ad altissimi livelli, come lo fu nell'inizio di stagione 2015-16 sotto la guida di Roberto Mancini. "L'anno scorso - scrive il quotidiano - il brasiliano era finito sul banco degli imputati per la sua indolenza. Troppe volte, infatti, aveva dato l'impressione di fare quasi un favore a scendere in campo. E troppe volte era stato lui il primo a cedere, in una linea difensiva già di per sé fragile. Adesso, invece, ciò che balza all'occhio di Miranda, è l'atteggiamento diverso, una voglia di essere protagonista, di prendersi responsabilità da leader del reparto invece di scansarle. Si capisce che è coinvolto e convinto del progetto: evidentemente, con lui (e non solo) Spalletti ha saputo toccare le corde giuste. Del resto, senza il suo apporto, il "castello" avrebbe fatto fatica a reggere. Là dietro, infatti, tra i centrali la coperta è corta e il tandem Miranda-Skriniar dovrà per forza di cose girare sempre al massimo, evitando anche il più piccolo dei raffreddori".
La differenza tra Murillo, Skriniar e Medel, come compagno del brasiliano, sta principalmente nel fatto che lo slovacco resta concentrato durante tutti i 90', e soprattutto non è istintivo e troppo sicuro di sé, proprio come lo erano il colombiano e il cileno. Miranda può dunque giocare ora più tranquillo: il rischio figuracce è molto basso e la sua tranquillità può essere ora una qualità da sfruttare. Le sue prestazioni potrebbero far sì che la sua carriera all'Inter possa proseguire: il centrale è infatti in scadenza a giugno 2018 e una stagione ad altissimi livelli gli garantirebbe un rinnovo di contratto.
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