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L’Inter si lecca le ferite: la lucidità di Acerbi e la risposta perfetta di Thuram alla sconfitta

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Analisi di una sconfitta
Sabine Bertagna Vice direttore 

Vincere tanto a poco nel derby racconta molto dell'euforia che ha fisiologicamente invaso i cuori ma anche le menti di tutto ciò che gravita intorno all'Inter. Nell'ormai noto gioco mediatico che prevede una celebrazione ricca di fasti non appena si inanellano un tot di vittorie di seguito e un'immediata condanna quando invece la vittoria ci sfugge di mano, oggi è quel giorno in cui ci si lecca le ferite. E probabilmente anche l'euforia residua ha già trovato un'altra sistemazione meno comoda. Qualcosa di quel tanto a poco ha involontariamente illuso i nerazzurri che ieri sul'1-0 (arrivato proprio allo scadere del primo tempo) la partita fosse già scritta e finita. 

L’Inter si lecca le ferite: la lucidità di Acerbi e la risposta perfetta di Thuram alla sconfitta- immagine 2

Non c'è stata supponenza nel primo tempo contro il Sassuolo. L'Inter è partita subito forte, creando e mettendo in difficoltà gli avversari. Ma il gioco nerazzurro non è stato convincente come al solito. Paziente fino ad un certo punto. Ma meno solido e più appannato. Lautaro, sempre grande protagonista, è apparso un po' stanco come altri suoi compagni. Calhanoglu e Mkhitaryan meno efficaci e meno coinvolti nel gioco. Diciamo che si è giocato soprattutto nella zona di Barella e di Dumfries, per chi ama le road map. Anche se sul pareggio del Sassuolo (strepitoso gol di Berardi) la partita era tutto fuorché chiusa, qualcosa nella testa pensante dell'Inter ha smesso di funzionare come avrebbe dovuto. 


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Francesco Acerbi ha analizzato molto bene ciò che è avvenuto ieri a San Siro. "Dopo il secondo gol l'Inter non ha più giocato. Fa un po' riflettere", ha dichiarato ai microfoni di Inter TV ammettendo il peso del fattore stanchezza. Superato il sessantesimo minuto di gioco per l'Inter è diventato tutto più difficile, nonostante i cambi. Inzaghi dovrà lavorare sulla gestione delle risorse concedendosi anche scelte fuori dagli schemi, ai quali è giustamente affezionato (perché finora hanno sempre funzionato). Nessuno meglio di lui può sapere quale giocatore è più in forma per una partita o per un'altra. Ma l'appannamento generale di ieri (con le poche e dovute eccezioni, Barella per esempio) ha messo - ad un certo punto della partita - in luce la mancanza di un trascinatore che, anche in assenza di forze, innescasse quella spinta verso il sacrificio che ti fa gettare il cuore oltre l'ostacolo. Questo preciso ruolo è solitamente di competenza di Lautaro, che ieri ha sofferto come tutti. La risposta alla sconfitta, che inevitabilmente brucia, è una sola e la trovate nelle Stories di un altro trascinatore di questa Inter, Marcus Thuram. Un giocatore che per questa Inter è sempre più imprescindibile. In campo ma anche fuori.

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