Intervistato da Tuttosport, Paolo Di Canio parla di Inter-Liverpool. L'ex giocatore sottolinea quella che sarò la chiave della partita. "Il Liverpool ha riattaccato la spina e non si farà distrarre dalla rincorsa al City in Premier: i Reds sono tornati quelli di due-tre anni fa".
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Inter-Liverpool, Di Canio: “Inzaghi, provaci! Perisic può fare male. La chiave…”
Intervistato da Tuttosport, l'ex giocatore parla di Inter-Liverpool
Di sicuro l’Inter non è stata fortunata nel sorteggio.
«Con l'Ajax, la squadra che era stata abbinata inizialmente prima dell'errore nelle urne, sarebbe stato un turno più "giocabile", anche se quest’anno gli olandesi sono tornati quelli di due-tre anni fa che sorpresero tutti arrivando a 5 minuti dalla finale di Champions. Il Liverpool è rock, ribalta l’azione come nessuna squadra al mondo: è il rivale peggiore che l'Inter potesse pescare».
Domenica il Liverpool ha vinto, soffrendo, 1-0 sul campo del Burnley ultimo in classifica. Il suo ex compagno Simone Inzaghi può prendere spunti da questa partita?
«Io ho visto attentamente l’Inter con il Napoli e mi è piaciuto il modo in cui i giocatori nerazzurri hanno aggredito la difesa di Spalletti che gioca a quattro dietro, come il Liverpool. L’Inter ha preso per il collo gli esterni difensivi del Napoli giocando fascia su fascia, soprattutto con Dimarco e Perisic a sinistra. Il Liverpool, proprio contro il Burnley, ha faticato contro i lanci lunghi e i cambi gioco a tutto campo: ecco quindi che questa potrebbe essere la chiave della partita».
Approfondiamo.
«Il Liverpool è una squadra abbastanza piatta in difesa, difficilmente scivola da un lato all’altro. I giocatori rimangono larghi e quindi c’è spazio per infilare la retroguardia e il lato destro è il loro punto debole: Alexander-Arnold è meno reattivo di Robertson, il terzino sinistro, e al suo fianco come centrale giostra Matip, fortissimo se si attacca all’uomo, ma non un fulmine se deve scalare. Perisic in questo senso può essere devastante. Così come Dzeko: se il bosniaco riuscirà ad abbassarsi portandosi dietro Van Dijk, alle sue spalle si aprirebbero autostrade. Dzeko dovrà essere preciso nello scarico per un centrocampista che di prima dovrà essere bravo ad aprire il gioco. Un po’ come faceva la Juventus con Pirlo in regia».
Facile a dirsi...
«Vero. Ma l’Inter dovrà pure fare il suo calcio, palleggiando nella metà campo dei Reds, stando però attenta a non perdere troppi palloni sanguinosi. La squadra di Inzaghi dovrà essere realista e cinica, ovvero tutto quello che farà, dovrà sfruttarlo al massimo: quindi o va fino in fondo per fare male, oppure se si rende conto di aver perso l’occasione, essere rapida a tornare in posizione. Peccato che a Inzaghi manchi un Immobile o un Vardy, un centravanti abile a dare profondità negli ultimi 30 metri: Dzeko e Lautaro non lo sono, ma non lo era neanche Lukaku, un giocatore di ripartenze, non uno che dà profondità».
Chi schiererebbe con Dzeko?
«Per la condizione attuale direi Sanchez, perché Lautaro mi sembra un po’ macchinoso. Per le gerarchie interne, però, non mi sorprenderebbe se Simone schierasse la coppia titolare, sfruttando il cileno nell’ultima mezzora».
Si aspetta una mossa a sorpresa da Inzaghi?
«No, Simone è metodico e concreto, sa che questa partita può valere molto anche per il futuro e non rischierà di venire poi accusato per scelte azzardate. Simone è intelligente, non un Guardiola che a volte può permettersi scelte da fenomeno».
(Tuttosport)
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