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L’Inter ha cullato anche il sogno di avere in rosa sia Romelu Lukaku che Paulo Dybala. Lo svela oggi La Gazzetta dello Sport, che ripercorre i giorni estivi in cui la Joya era davvero a un passo dal vestire la maglia nerazzurra. Ecco i motivi dietro il no all’argentino, che era svincolato dopo la fine del contratto con la Juventus. “Mister 31 milioni è un’etichetta antipatica, certo. Joaquin Correa fatica a togliersela di dosso, perché le prestazioni non sono state all’altezza dell’investimento, perché le aspettative su di lui erano elevate. Anzi, lo sono ancora. Lo sono soprattutto per Simone Inzaghi, che del Tucu è stato lo sponsor principale.
Correa non è il primo argentino che nella storia dell’Inter arriva con un carico di aspettative difficili da reggere. Nel suo caso, non ci sono solo i famosi 31 milioni a pesare. Perché è come se Inzaghi lo avesse acquistato due volte, non una. La seconda giusto pochi mesi fa, tra giugno e luglio. Erano i giorni in cui l’Inter aveva in pugno Paulo Dybala. L’accordo andava solo limato, la scelta dell’ex juventino era fatta. Poi è arrivato Lukaku, ed è storia. Ma non è tutto.
Perché anche dopo l’arrivo del belga c’è stata la possibilità di portare ad Appiano la Joya. Sarebbe stata necessaria una cessione, oltre a quella di Sanchez. E l’Inter aveva ricevuto qualche sondaggio per Correa: nessuna trattativa approfondita, ma dalla Premier qualcosa si era mosso, in quei giorni si parlò probabilmente non a caso del West Ham. Ecco: anche in quei frangenti, come già poche settimane prima, Inzaghi ha frenato sulla possibilità. Non ha accelerato, si può dire. Neppure di fronte all’occasione di mettersi in casa Dybala. Il tecnico è andato a fondo, si è informato sull’ex numero 10 della Juventus. E si è fidato del giudizio di alcune persone a lui vicine, conoscenze di vecchia data, che lo hanno messo in guardia sulle condizioni fisiche della Joya.A quel punto le possibilità di vedere Dybala nell’Inter si sono ulteriormente ridotte, fino alla chiamata della Roma”, svela la rosea.
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