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Inter, Lukaku: “Infortunio? Non capimmo quanto fosse grave. Inzaghi? Ecco quando il click”
Intervenuto ai microfoni della CBS, Romelu Lukaku, centravanti dell'Inter, ha parlato così della finale di Champions League conquistata contro il Milan: "Sono contentissimo: essere in finale è molto importante per noi. Quest'anno è stato molto complicato, siamo stati inconsistenti in campionato. Però abbiamo svoltato il mese scorso, sia lì che nelle coppe: ognuno ha fatto il suo lavoro e l'allenatore ha potuto fare rotazioni. Chi gioca fa il meglio, così come chi entra.
Sono stati 5-6 mesi durissimi per me, non avevamo capito la gravità del mio infortunio: io sono esplosivo, è difficile tornare. Al Mondiale avete visto tutti come non ero in forma: e mi sono dovuto fermare un altro mese e mezzo. E' stato duro ma ho lavorato duramente, da quando sono rientrato in forma ho cercato di aiutare la squadra al meglio: non abbiamo potuto lottare per lo scudetto ma sapevamo di avere una grande opportunità in Champions e in Coppa Italia, ora dobbiamo finire bene anche in Serie A.
Inzaghi? Ha tanti meriti: abbiamo provato quest'anno a giocare con il pressing alto, che non è una delle nostre migliori caratteristiche. Due anni fa abbiamo vinto lo scudetto giocando di contrattacco, l'anno scorso è stato fatto un misto: quest'anno abbiamo provato a cambiare ma ci è costato molti gol presi. In campionato vincono le difese e l'allenatore ha deciso di tornare indietro, di essere compatti e attaccare il più velocemente possibile. Questo è stato il click, abbiamo iniziato a segnare molti gol.
In finale? Non importa chi ci sarà, quando giochi in finale giochi con le migliori: il City gioca un calcio fantastico, Guardiola ha un piano tattico ogni partita ed è diverso da chiunque in Premier League. Il Real Madrid ha due ali di assoluta qualità, Rodrygo e Vinicius hanno classe mondiale, Valverde sta crescendo: speriamo vinca la migliore tra di loro.
Henry? E' molto vecchia scuola: quando ci siamo conosciuti ero all'Everton. Chiesi a lui cosa potessi migliorare, ci mettemmo ogni giorno per due ore a guardare tutte le partite: mi diceva cosa facessi bene e cosa male. E lì io ebbi il mio miglior anno in Premier e cominciai a segnare ogni partita in Nazionale. Sono molto grato a lui. Gli allenatori duri mi piacciono, non voglio essere coccolato tutto il tempo. Il Mondiale è stato molto duro per me, sono state due settimane molto dure: ho deluso il mio paese. Giocare per il proprio paese è fantastico, vuoi fare sempre il meglio: sapevamo fosse l'ultima opportunità per noi. E il modo in cui siamo usciti è rimasto nella mia testa: ma il calcio è fatto di alti e bassi".
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