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Getty Images
Niente da fare per l'Inter, che perde 2-0 contro il Real Madrid e archivia il sogno di terminare al primo posto nel girone D di Champions League. Decisive le giocate dei singoli campioni, nello specifico Kroos e Asensio, oltre all'enorme ingenuità di Barella, espulso nella ripresa per una reazione su Militao. Per La Gazzetta dello Sport, comunque, non tutto è da buttare: "L’Inter cade al Bernabeu, continua la maledizione di uno stadio in cui gli interisti non vincono dal 1967. Sconfitta logica, solare la differenza di valori. Il Real Madrid ha una squadra da paura, non i “galacticos” di inizio millennio, ma giocatori di livello superiore, capaci di trovare la sintesi in ogni situazione e di uscire a testa alta da qualunque ingorgo".
"L’Inter ha tenuto botta. Se Simone Inzaghi cercava una risposta sulla competitività in Europa, l’ha avuta ed è stata confortante. Con tanta fortuna al sorteggio, si potrebbe scollinare gli ottavi ed entrare nel territorio proibito dei quarti, perché diciamola tutta: quel che luccica in Italia, dove l’Inter impressiona per dominanza, al cospetto del Real si è un po’ opacizzato. [...] All’Inter rimane la consolazione della competitività. La differenza rispetto al Real è parsa netta, ma non incolmabile, a patto di alzare l’aggressività e la velocità del giro-palla e di essere più freddi e precisi al tiro, quando ci si può permettere di tirare".
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