Il responsabile del Settore Medico dell'Inter, Prof. Piero Volpi, ha illustrato un nuovo progetto sviluppato spalla società nerazzurra.
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Inter Medical Meeting, Prof. Volpi: “Primi in Italia a organizzare questo evento, sarà…”
L'Inter ha presentato un progetto relativo all'utilizzo delle conoscenze mediche nello sport
Giovanni Gardini: "Abbiamo cercato di trovare tempo e spazio per far capire che l'Inter ha attenzioni particolari anche al di fuori della squadra e del quotidiano. L'aspetto medico è rilevante, capire le performance e capire quanto siano migliorabili. Quanto si possano prevenire gli infortuni, portare a prevenire tragedie successe nel recente passato. Situazioni che in passato non sono state prese in considerazione. Il giocatore è un uomo e la sua salute deve essere prioritaria. E' soggetto a sollecitazioni, a stress emotivo. E' necessario avere la giusta attenzione ai suoi problemi, a che problemi potrebbe avere. Sono persone, hanno valori economici importanti per l'azienda. Cerchiamo di dare la giusta informazione più o meno specifica, che spieghi come si lavora in una struttura professionistica. Più scendi in età e più diventa difficile produrre lo stesso protocollo. Noi riteniamo che grazie al lavoro del Prof. Volpi si siano fatti passi da gigante. Per questo il primo Inter Medical Meeting non deve essere uno spot, ma dimostra che l'Inter è attenta non solo per quanto riguarda la prima squadra ma anche il settore giovanile. Questo primo convegno implica che sarà un percorso lungo, ma che dovrà mettere dei punti salienti su quello che riguarda la salute dei calciatori."
Prof. Volpi: "Da una ventina d'anni la medicina dello sport affianca in maniera sempre più pregnante qualsiasi attività sportiva e quella che ci sta a cuore, quella del calcio. La medicina applicata al calcio ha fatto progressi enormi. Due mondi che devono parlarsi e confrontarsi. Unire le loro forze al fine di far sì che l'atleta abbia sempre più efficienza per raggiungere gli obiettivi prefissati. Fare la propria attività in salute. Svolgere un'attività super agonistica in ampia sicurezza in modo da arrivare a fine carriera senza avere un logorio eccessivo. Vale per tutti gli sport. Tutte queste applicazioni vengono a ricaduta sul mondo giovanile e amatoriale. Questo evento, ringrazio i dirigenti dell'Inter che mi hanno supportato, è un onore e un privilegio. Ritengo sia un aspetto culturale e sociale fondamentale. Anche in questo momento la punta dell'iceberg è sul calcio professionistico. Nello sviluppo di questi concetti il beneficio andrà in ricaduta su tutti. Entrando nello specifico, penso sia un argomento come topics il ritorno in campo dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore. E' un argomento che tiene in apprensione tutto il mondo degli sportivi, non solo del calcio. Ci saranno relatori, grandi nomi italiani. Speriamo che questo evento possa portarci delle soddisfazioni tali da poter allargare l'orizzonte di argomenti e dei partecipanti. C'è qualche esempio a livello internazionale, esempi che hanno iniziative di questo tipo. A livello italiano possiamo considerarci fra i primi. Mi auguro che questa manifestazione, e dai segnali che abbiamo sembra ci sia grande interesse, possa aiutare tutti gli operatori che lavorano in questa società ma anche di tutto il movimento del calcio. Nello staff dell'Inter? Ho vissuto due epoche qui all'Inter. Vent'anni fa eravamo 5-6 persone (due terapisti, due medici). Oggi ci sono 10-12 persone che lavorano quotidianamente più tutte quelle che sono le competenze e i consulenti a latere. Vale per noi, ma per tutte le squadre. Staff molto aumentato, le conoscenze ampliate. Giusto che si vada verso una competenza specifica e territoriale. Talmente vasta la materia, la lotta al doping per esempio, ci sono tantissime aree che vanno seguite e livello legislativo e sotto il profilo quotidiano. Sostituzioni? Un tema molto dibattuto per cercare di provare a ridurre un'incidenza traumatica. Non vuole essere l'unico. Visto che non si possono ridurrebbe partite, i calendari, gli eventi penso che l'idea di aumentare le sostituzioni mi è sempre apparsa vincente, sono contento che la Fifa ci abbia pensato. Impennata di infortuni al crociato? E' da anni che si sta studiando l'incidenza e non si riescono a ridurre. E' un trend da diversi anni molto elevato. Si è discusso dei terreni, della fatica e si è cercato di porre dei correttivi come dei tacchetti. Ma non si è mai arrivati ad una vera riduzione di questi traumi. E' chiaro che probabilmente la prevenzione che attuiamo sui grandi atleti può arrivare fino ad un certo punto. Non si riesce a scongiurare questa possibilità del tutto. Il nostro corpo umano ha dei punti deboli. Oggi la competizione è molto serrata, devi avere squadre molto presenti. Una volta il calcio aveva un'intensità diversa. La fisicità dei giocatori è cambiata.Oggi l'incidenza maggiore nelle squadre di calcio sono le lesioni muscolari. Il crociato anteriore fa paura perché ha un percorso di guarigione molto lungo. Sta fermo anche sei mesi, diventa un infortunio importante per il giocatore ma anche per il club. Ridurre i tempi di recupero? Nella giornata del convegno ne parleremo e ne dibatteremo. Questo è il motivo che ci ha spinto a puntare su questo tema. C'è chi spinge per recuperare prima gli atleti. Un chirurgo inglese diceva che in Inghilterra stanno allungando i tempi, oltre i sei mesi. Sarà stimolante per tutti noi discutere delle due filosofie."
(dall'inviata ad Appiano Gentile, Sabine Bertagna)
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