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Inter: mentalità  estera, giocatori italiani

Alessandro De Felice

Se Andassimo a scorrere i nomi dei convocati da Benitez per l’incontro di Champions League contro il Twente, ci renderemmo conto di come l’Inter sia una squadra divisa in due tronconi; da una parte gli ultra trentenni su cui fare...

Se Andassimo a scorrere i nomi dei convocati da Benitez per l'incontro di Champions League contro il Twente, ci renderemmo conto di come l'Inter sia una squadra divisa in due tronconi; da una parte gli ultra trentenni su cui fare affidamento certo, i vari Zanetti, Cambiasso, Cordoba, Materazzi Stankovic ... dall'altra sei giovanissimi che messi insieme sommano 113 anni Santon, 19; Biabiany, 22; Biraghi, 18; Nwanko, 19; Crisetig, 17; Natalino, 18. Quest'anno la sfortuna che ha colpito il club di Moratti, più di 30 infortuni fino ad adesso, ha fatto sì che, un po' per esigenza, un po' per politica societaria, Benitez abbia dovuto puntare su giocatori appena diciotenni, la maggior parte dei quali italiani. L'opinione pubblica italiana ha visto in ciò un segno di debolezza, come se ricorrere a giocatori che non abbiano esperienza debba essere prerogativa dei piccoli club di serie B e serie A, interessati solo a raggiungere una salvezza tranquilla e quindi più propensi a far crescere nuovi talenti per rivenderli in un secondo tempo a squadre più titolate. Effettivamente in Italia, ma più in generale in tutta Europa è sempre funzionato così i top team hanno sempre preferito spendere più soldi, ma comprare un giocatore con già esperienza sufficiente per il salto di qualità. Eppure da un po' di anni a questa parte la tendenza sta cambiando e ci sono diversi esempi che danno fede a quello che sto dicendo:1) Il primo caso è sicuramente quello del Barcellona, una squadra che ha deciso di puntare non solo su giovani, ma sui giovani del proprio vivaio, acquistando futuri talenti in giovane età e lavorando pazientemente per farli crescere. Attualmente nella formazione titolare sono diversi i giocatori figli di questa nuova mentalità: Pedro, Messi, Xavi, Iniesta, Bojan. Marques, solo per farne alcuni. Addirittura il club catalano ha deciso anche di puntare su un mister giovane, più vicino come mentalità alla sua banda di giovani talenti.2) Il secondo caso è il Real Madrid; la squadra di Mourinho vanta una colonna vertebrale di giocatori che non superano i 25 anni: Cristiano Ronaldo (25), Di Maria (23), Higuain (23), Pedro Leon (24), Ramos (24), Marcelo(22), calciatori che non sono cresciuti nel vivaio madrileno, ma che sono stati acquistati giovani dalle rispettive prime squadre precedenti, che sono stati fatti crescere con l'aiuto di compagni più anziani e che ora sono pronti per guidare uno dei team più importanti d'Europa.Anche in Italia qualcosa sta cambiando e lo notiamo anche non solo guardando all'Inter. Sempre più spesso i grandi team scielgono di puntare su giovane sconosciuti considerati promesse del futuro, come Pato per il Milan o Menez per la Roma. Certo è il fatto che soltanto la squadra di Moratti ha elaborato un piano ancora più ambizioso e difficile, creare un nucleo di giovani calciatori che vada a costituire il riciclo per quegli ultratrentenni nel momento in cui appenderanno gli scarpini al chiodo, un ricambio generazionale, ma non di mentalità visto che questi giovani talenti hanno avuto la fortuna di crescere nell'ambiente nerazzurro respirandone lo spirito e imparando dai campioni di prima squadra. In conclusione dobbiamo credere che il futuro dell'Inter sarà radioso e anche se molti "talentini" non sono ancora pronti per il grande salto bisogna avere pazienza, confidando nei loro colleghi più anziani che ci regaleranno ancora tante vittorie e tante soddisfazioni.