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GdS – Inter, la metamorfosi di Inzaghi: all-in scudetto. Così si spiega il turnover

Inter Inzaghi
Simone Inzaghi vuole lo scudetto all’Inter, la seconda stella è l’obiettivo principale della stagione: così si spiegano alcune scelte

All-in scudetto. Simone Inzaghi vuole il titolo all’Inter, la seconda stella è l’obiettivo principale della stagione. E anche così si spiegano alcune scelte di formazione dell’allenatore, sottolinea oggi La Gazzetta dello Sport: “Mister Coppa ora diventa l’uomo del campionato. La metamorfosi è in corso, la speranza dell’Inter è che si completi in tarda primavera. Eccolo, Simone Inzaghi. L’allenatore che ha sgomitato per entrare tra i grandi a suon di martedì e mercoledì. Ma quant’è bella la domenica. Quanto sono belli i fine settimana. Grandi davvero si diventa passo dopo passo, any given sunday, ogni maledetta domenica. Guardando l’obiettivo più lontano, più faticoso, ma pure più ambizioso: lo scudetto.

GdS – Inter, la metamorfosi di Inzaghi: all-in scudetto. Così si spiega il turnover- immagine 2

Prendiamo la metafora col ciclismo: è come chiedere a uno specialista di una grande classica di provare poi a vincere il Giro o il Tour. Ecco: Inzaghi vuole scalare questa montagna. Vuole entrare nella ristretta cerchia degli allenatori (14, perché uno dei 19 titoli fu vinto in coppia da Francesco Mauro e Nino Resegotti) che all’Inter hanno regalato uno scudetto. In fondo è quel che gli manca, dopo Coppe Italia e Supercoppe in serie. E oggi fa tutta la differenza del mondo, per il tecnico e per l’Inter, perché inevitabilmente cambia anche il giudizio sul resto. Si pensi ad Antonio Conte: in fondo alla cavalcata del 2020-21, c’è chi ricorda il 4° posto nel girone Champions? O l’eliminazione dalla Coppa Italia dalla Juve? Lo scudetto è oltre tutto. Inzaghi lo sa. E ora vuole sfruttare la rabbia per l’eliminazione dalla Coppa Italia in chiave campionato.


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«Siamo incazzati neri, la sconfitta ci servirà», ha commentato dopo il Bologna. Ma la Coppa Italia non era in prima fila. Come non lo era la vetta del girone Champions. Altrimenti il largo turnover a vantaggio dei titolari schierati con Udinese e Lazio non sarebbe spiegabile. Questione di priorità. E di un tecnico che ha imparato dal passato. Torna alla mente Liverpool: inseguendo un’impresa ai limiti dell’impossibile, quella sera del marzo 2022 perse per infortunio titolari come De Vrij e Brozovic. Nelle due gare successive arrivarono due pari: quella frenata, ancor più del disastro Radu a Bologna, fu decisiva per perdere lo scudetto. Ora la testa è al Lecce. Ogni maledetta domenica, pure se domani è sabato”, si legge.

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