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Inter, i tre cambi
—Tre cambi insieme, compresi anche Carlos Augusto per un Dimarco in fase di esaurimento carburante e Arnautovic per un Thuram che aveva già abbondantemente dato, e passa la paura. L’Inter si è ripresa gli spazi, ha ricominciato a strappare i palloni, ne ha segnati altri tre ricacciando indietro il Milan dopo l’unica accensione di Leao: Giroud, voltandosi con la disinvoltura di un cobra, aveva spedito il portoghese verso Sommer. La sola faccenda da sbrigare per il numero dieci era battere in velocità Darmian, e figuriamoci.
Mancava più di mezz’ora e l’Inter, convinta di aver risolto la questione molto prima, si trovava l’acqua in gola e i sassi in molti muscoli. Cinque minuti, e Thuram aveva arato Thiaw (senza fallo), quindi servito Dimarco il cui tiro sbragato si era trasfigurato in assist per Mkhitaryan. Meno di quaranta minuti, e Lautaro aveva infranto una buona fase del Milan ribaltando il fronte su Dumfries. Appoggio un po’ polveroso per Thuram, che però risolveva la questione prendendosi la palla e sbattendola nell’incrocio più distante. Con annessa apoteosi: ancora un po’ e chi sia il padre di Marcus non interesserà più a nessuno.
Il piano tattico
—Due a zero e partita timbrata. Così pensavano gli interisti. Contro un Milan che teneva palla e se la rigirava anche bene tra i piedi, ma barcollava a ogni cambio di ritmo dell’Inter. Calabria, nominalmente terzino destro, in realtà collaborava alla costruzione accentrandosi e avanzando a centrocampo. Solo che nel varco abbandonato - non solo in quello, a dire il vero - l’Inter si riversava in abbondanza. Il gol geniale e sereno di Thuram era l’esempio. In più, Inzaghi aveva messo gli esterni di centrocampo a guardia degli attaccanti laterali di Pioli, garantendosi spinta dai centrali e liberando le sue mezze ali.
Gioia Frattesi
—Insomma, la trovata di Leao era un colpo di scena niente male. E allora ecco Inzaghi intervenire per ripristinare l’ordine delle cose. Del resto gli basta girare lo sguardo verso la panchina per scovare idee gratuite. Pioli aveva potuto giusto inserire Chukwueze per lo scomparso Pulisic, seminando un po’ di sano caos nella difesa avversaria. La panchina di Inzaghi ha un diverso spessore. Da una parte all’altra del campo, Darmian trova Lautaro, che apre il mar rossonero per il destro di Mkhitaryan bravo di suo a sdraiare con un movimento Thiaw. Hernandez atterra su Lautaro in area, Calhanoglu infila il rigore. Mkhitaryan regala a Frattesi uno di quei giochi che divertono di più il ragazzino azzurro: la scivolata a deviare in porta. Il giallo per essersi stracciato la maglia è un prezzo insignificante da pagare per chi, come Frattesi, tra Nazionale e club ha messo insieme tre gol in cinque giorni”, si legge.
(Fonte: Corriere dello Sport)
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