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Jeison Murillo e Joao Mario sono stati due fra i titolari più deludenti dell'Inter versione '16-17. Entrambi sono per ragioni diverse sul mercato. Il colombiano lo è da almeno due sessioni, ma i vari sondaggi e contatti non si sono mai tramutati in trattative vere e l'Inter per cederlo chiede almeno 12-15 milioni. Il portoghese, acquistato un anno fa per 45 milioni dallo Sporting Lisbona, ha alternato luci e ombre, ma non hai convinto. Non è in vendita, ma il suo nome è stato accostato al Psg, prima che i parigini alzassero il tiro dei loro obiettivi. I due sono in bilico, ma allo stesso tempo, se non dovessero crearsi le opportunità giuste, potrebbero alla fine rimanere ed essere due fra i principali giocatori a godere dei benefici dell'arrivo di Spalletti. Il tecnico di Certaldo, infatti, è famoso per trovare la posizione giusta, magari inedita, a diversi giocatori. E la vita, sportivamente parlando, di Murillo e Joao Mario potrebbe svoltare. Spalletti, per esempio, sta testando in questi primi test estivi il difensore colombiano da terzino destro, facendone una sorta di Rudiger: l’anno scorso, infatti, il centrale tedesco giocò spesso da terzino nella Roma per permettere alla difesa del tecnico toscano di poter passare dalla linea a quattro a quella a tre senza colpo ferire. Murillo in questo senso sembra avere le giuste caratteristiche, avendo gamba e piedi per fare le due fasi (contro lo Schalke 04 venerdì ha dimostrato di avere anche lo spunto offensivo segnando un gran gol di sinistro, seppur con un pizzico di fortuna). Joao Mario dodici mesi fa si è messo in luce come esterno nel Portogallo campione d’Europa, all’Inter ha giocato soprattutto da trequartista, ma ha dimostrato di non aver né l’ultimo passaggio, né una buona dose di gol nei piedi. Nell’amichevole contro i tedeschi, dopo alcuni minuti anonimi sulla corsia sinistra, è stato spostato al fianco di Borja Valero nei due mediani del 4-2-3-1 e ha impressionato per la visione di gioco. Difficilmente ruberà il posto allo spagnolo o potrà affiancarlo lasciando in panchina Gagliardini (o Vecino), ma la sua duttilità potrebbe rivelarsi una dote vincente con un tecnico come Spalletti.
(Tuttosport)
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